GLI EDITORI SI AVVICINANO AI GIOVANI: PARTE “IL QUOTIDIANO IN CLASSE”

0
488

Il pubblico giovanile riveste una fondamentale importanza in una politica che miri alla rivalutazione della stampa ed al superamento della crisi del comparto dell’editoria. A dimostrazione di ciò, nel documento conclusivo degli Stai Generali dell’editoria, tenutisi in Francia, un intero capitolo è dedicato ai giovani ed alle iniziative per favorire la lettura dei quotidiani, perché “non si nasce lettori, lo si diventa”.
In Francia, sin dal 2002, il Ministero dell’Istruzione, investe 550 mila euro all’anno nell’operazione “Ouvrir mon quotidien” (aprire il mio quotidiano) cha dà la possibilità, alle classi partecipanti, di scegliere due quotidiani che poi ricevono, gratuitamente, durante tutto l’anno. Il costo della distribuzione resta a carico degli editori. Dal 2006, sempre in Francia, la Direzione per lo sviluppo dei media stanzia 1,5 milioni di euro per finanziare un abbonamento gratuito ad un quotidiano a tutti i giovani studenti che compiono 18 anni.
L’importanza della lettura, soprattutto nelle scuole, è sentita anche in Italia, dove, da 10 anni, viene proposta, dall’Osservatorio Permanente Giovani – Editori l’iniziativa “Il Quotidiano in Classe”. Quest’anno saranno ben 1.786.538 (pari al 70% degli iscritti) gli studenti delle Scuole secondarie superiori che prenderanno parte al progetto che prende il via la settimana prossima. E così, anche quest’anno, l’Osservatorio porterà, in classe, gratuitamente, una sola volta alla settimana, più quotidiani a confronto : Il Corriere della Sera, Il Sole 24 Ore, La Stampa, Il Gazzettino, La Nazione, Il Giorno, Il Resto del Carlino, L’Unione Sarda, Il Tempo, La Gazzetta del Sud, L’Adige, La Gazzetta di Parma, L’Arena, Il Giornale di Vicenza, Bresciaoggi, La Gazzetta dello Sport.
Secondo il presidente dell’Osservatorio, Andrea Ceccherini, il senso dell’iniziativa è quello di “rilanciare la Cenerentola della scuola italiana: la lezione di educazione civica. Una lezione spesso bistrattata, ma pur sempre importante, se vorremo fare dei giovani di oggi, i cittadini autonomi, indipendenti e liberi di domani”. Con “il Quotidiano in Classe” – commenta Ceccherini – la nostra organizzazione si batte per diffondere nelle nuove generazioni l’abitudine a leggere anche per affermare l’attitudine a pensare, convinti come siamo che leggere non serva solo a leggere, ma serva soprattutto a pensare”. “In particolare in un tempo come il nostro – continua Ceccherini – in cui la soglia del pensiero critico si è significativamente ridotta e il tempo dedicato alla riflessione e all’approfondimento si è fortemente compresso. In questo tempo abituare i giovani a leggere equivale ad allenare una generazione a pensare. E pensare in una democrazia non è certo un esercizio superfluo. È un esercizio essenziale”.
Tra i principali motivi alla base dell’allontanamento dei giovani dai quotidiani cartacei non c’è il prezzo dell’acquisto bensì il contenuto. Come è evidenziato nel Libro verde francese, “i giovani spendono per acquistare ciò che li stimola”. E dunque è proprio questo che manca ai giornali. Non basta il progetto del Quotidiano in classe o la lodevole iniziativa del Governo di fissare una giornata nazionale della lettura. Anche gli editori devono fare la loro parte, proponendo contenuti che possano interessare i giovai, affrontando temi più vicini al loro mondo e, perché no, organizzare una distribuzione più vicina ai luoghi dove i giovani si riuniscono.
Leggere il quotidiano in classe non serve a molto se poi il lessico difficile e gli argomenti trattati non riscuotono interesse da parte dei giovani lettori.

Fabiana Cammarano

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome