Editoria

“Giornalisti infami”, insulti e attacchi via social al Piccolo di Trieste

Ancora attacchi violenti ai giornalisti sui social. Questa volta le minacce arrivano dal Friuli Venezia Giulia. Vittima un cronista de Il Piccolo di Trieste che, occupandosi di una delicata inchiesta su un’associazione locale, si è attirato le ire dei soci di questa che, lo hanno definito addirittura “infame”.

L’episodio ha fatto infuriare l’Ordine regionale dei giornalisti e l’Assostampa che hanno immediatamente espresso la loro solidarietà al collega Gianpaolo Sarti e al quotidiano Il Piccolo “per gli attacchi subiti sui social in seguito agli articoli relativi all’inchiesta della magistratura che ha coinvolto l’associazione Linea d’Ombra”.

Odg e Assostampa hanno spiegato cosa è accaduto: “Esponenti di tale associazione li hanno infatti definiti con dei post su Facebook “infami”, accusandoli di far parte della “macchina del fango” solo per aver riportato le dichiarazioni di alcuni esponenti politici sulla vicenda”.

Per i rappresentanti dei giornalisti del Friuli Venezia Giulia, “il diritto-dovere di informare, sancito dall’articolo 21 della nostra Costituzione, impone a noi giornalisti di dar conto correttamente delle diverse opinioni e dei diversi punti di vista, anche al di là di quelle che possono essere le nostre convinzioni”.

E dunque: “Per questo – incalzano Ordine e Assostampa – ci ritroviamo nelle parole con le quali il direttore de Il Piccolo, Omar Monestier,  ha commentato la vicenda: “Non siamo militanti, siamo giornalisti. Abbiamo dato conto dell’indagine nel rispetto delle parti coinvolte. Sono profondamente turbato dal linguaggio violento di quanti, pur ispirandosi alla solidarietà e alla fratellanza universale, usano un linguaggio d’odio. Non ci sottraiamo alla critica, sia chiaro, ma qui si indicano per nome i giornalisti definendoli infami come accadeva negli anni più bui della nostra Repubblica. Nulla cambia rispetto alla nostra condotta: liberi, trasparenti, onesti. Il furore ideologico non ci appartiene”.

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