GIORNALISTI IN RIVOLTA: NO ALLA SCISSIONE DELLE FREQUENZE TELEVISIVE DI LA7

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È in agitazione l’assemblea dei giornalisti di «La7», il motivo è riconducibile alla decisione di abbandono dell’emittente televisiva da parte del gruppo Telecom Italia, a seguito della cessione della controllata Telecom Italia Media.
Questo accadeva nel Cda dello scorso 9 Maggio che ha comportato una riorganizzazione dell’assetto della società controllata TiMedia.
Nelle intenzioni dell’ad di TiMedia, Giovanni Stella, la società diventerà una holding pura e controllerà da una parte l’operatore di rete e dall’altra i canali tv, La7, La7d e il 51% di Mtv di cui possedeva già questa percentuale.
Ora la scissione delle frequenze televisive porterebbe, secondo i giornalisti che si oppongono, solo ad un indebolimento del gruppo e favorirebbe maggiormente il duopolio Rai-Mediaset.
Dunque a farne le spere sarebbe l’intero sistema di informazione che rischia di uscirne distorto a causa di logiche di mercato che non badano agli equilibri di un paese democratico.
Queste motivazioni hanno indotto la classe giornalistica ad annunciare tre giornate di astensione dal lavoro da svolgersi nelle modalità decise dalla rappresentanza sindacale, al fine di provocare una reazione da parte dei dirigenti politici e della Consob.
Solidarietà è espressa dal Direttivo dell’Associazione Stampa Romana che si dice preoccupata per questa divisione arbitrale delle frequenze che come noto rappresentano un bene comune demaniale assegnato in concessione dallo Stato per le Tv e i ripetitori.
Altro punto su cui si chiede maggiore chiarezza è quello delle modalità di scelta dei futuri acquirenti del canale.
A tal proposito sono stati fatti i nomi di Urbano Cairo, Tarak Ben, Diego Della Valle e Carlo de Benedetti, sebbene ad oggi non ci sia alcuna scelta definitiva.
Non sarà un compito facile quello che attende il nuovo proprietario di «La7» , Telecom Italia Media infatti non è mai riuscita a chiudere un bilancio in utile e quindi bisogna cercare di fare cassa per ridurre il debito dell’azionista di controllo.
Il destino di «La7» è ancora incerto, ma di certo sta molto a cuore ai dipendenti che hanno contribuito alla sua crescita in termini di audience e qualità negli ultimi anni.

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