Giurisprudenza, gli indici di subordinazione dell’attività giornalistica

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E’ di poche settimane fa un’interessante pronuncia del Tribunale di Roma sui limiti all’esternalizzazione dell’attività giornalistica. La controversia coinvolge una società editrice di un periodico sportivo e dieci giornalisti, a cui è stata riconosciuta in primo grado la natura di lavoratori subordinati. La società editrice negava la sussistenza di tale rapporto, sulla base di una presunta associazione tra i cronisti e un service terzo, una formazione sportiva dilettantistica. Il tribunale ha ritenuto che tale service fosse una costruzione fittizia all’interno del rapporto principale tra la società e i giornalisti, che hanno quindi effettivamente svolto prestazioni lavorative redazionali. Il verdetto è arrivato a seguito dell’esaminazione di numerose prove, quali dichiarazioni testimoniali e accessi ispettivi. Questi ultimi hanno reso chiara ed evidente la sussistenza del vincolo di subordinazione. L’Inpgi, che da anni ha assunto una posizione intransigente sui fenomeni di esternalizzazione, ha pubblicato la sentenza sul proprio sito web, evidenziando l’elusione, in questa fattispecie, dei modelli giuridici previsti dalla legislazione vigente. La sentenza rende chiari gli indici rivelatori della subordinazione nell’attività giornalistica. Quest’ultima deve essere prestata in maniera continuativa e deve essere inserita organicamente nell’ambito dell’impresa. In questo caso è stato provato che i giornalisti hanno svolto l’attività tipica del redattore nell’ambito di un contesto aziendale in cui era fondamentale il contributo intellettuale offerto da ciascuno di essi. Inoltre connotati sostanziali della subordinazione sono il carattere di continuità della prestazione e il vincolo di dipendenza. Occorre cioè che il lavoratore assicuri con assiduità i propri servizi, con l’obbligo di interfacciarsi con l’editore, senza pause tra una prestazione e l’altra. Inoltre, in ragione della peculiarità dell’attività giornalistica, anche la prevalenza della caratteristica della collaborazione (rispetto all’eterodirezione) può generare il vincolo. In questo caso si coniuga il rapporto di lavoro subordinato con il carattere essenzialmente creativo della professione giornalistica.

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