Giornali a scuola, mille richieste. Ma si può fare di più

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I giornali continuano a macinare successi a scuola. Mille istituti hanno chiesto di accedere ai contributi previsti per gli abbonamenti a quotidiani, riviste e periodici. Esulta il sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria Alberto Barachini. Che sottolinea l’importanza di insegnare ai giovani la lettura dei giornali, di sensibilizzarli al diritto all’informazione per fare di loro dei cittadini consapevoli, informati e, dunque, davvero attivi all’interno delle comunità, che siano locali o nazionali.

Alberto Barachini ha spiegato: “Il diritto all`informazione è di tutti. Poterlo esercitare durante gli anni della formazione scolastica fa la differenza per lo sviluppo di una società consapevole nella quale il pluralismo delle idee apra gli spazi di un confronto rispettoso e proficuo”. Dunque l’esponente del governo promette ulteriori aiuti per rafforzare il provvedimento: “Per questo sono convinto che tale misura sia importante e vada aggiornata prevedendo, da un lato, una semplificazione per l’accesso ai contributi e, dall’altro, una rotazione periodica degli abbonamenti a quotidiani, periodici e riviste”.

I dati parlano chiaro. La richiesta è arrivata da 797 istituti scolastici pubblici e da 133 privati. In tutto, sono poco più di mille. Buono, ottimo risultato. Ma si può fare di più. Si deve fare di più. Il giornale può e deve essere uno strumento utile a coinvolgere i giovani nel dibattito pubblico. A farlo sul serio, però. I dati sull’astensionismo parlano chiaro. Se continua così, a votare non ci andrà più nessuno. E, di sicuro, non lo faranno i ragazzi. Che si sentono sempre più lontani. Per spiegare loro l’importanza della partecipazione è necessario dare strumenti. Riportare a scuola i giornali, le riviste, i periodici rappresenta uno di questi.

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