Giornale dell’Umbria in liquidazione, il cdr pretende chiarezza

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Fari accesi sulla questione del Giornale dell’Umbria, il comitato di redazione, l’Ordine dei Giornalisti e Associazione Stampa Umbra chiedono chiarezza sulla “morte annunciata” del quotidiano

La vicenda legata alla fine del Giornale dell’Umbria è la cronaca di una “morte annunciata”, ma non per questo poco dolorosa. Ad affermarlo è il comitato di redazione del quotidiano che ha voluto tenere accesi i fari su quanto sta accadendo in conferenza stampa a Perugia. I rappresentanti del cdr possono contare sul sostegno dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria e dell’Associazione Stampa Umbra, i cui presidenti – rispettivamente Roberto Conticelli e Marta Cicci – si stanno muovendo per fare luce su quanto accaduto negli ultimi quattro mesi e dopo la messa in liquidazione del quotidiano da parte del nuovo editore Giuseppe Incarnato.

I redattori del giornale hanno denunciato a più riprese una situazione che stava precipitando sempre più velocemente per via di “iniziative editoriali scellerate”, e dato vita a una mobilitazione ad oltranza di più di venti giorni con la speranza di avere un incontro al più presto con il liquidatore. Liquidatore che, come scrive il sito tuttoggi.info, altri non è che il direttore Luigi Camilloni autonominatosi nel corso dell’ultima assemblea del Cda. A lui “prima di tutto chiederemo gli stipendi di dicembre ancora non pagati”, raccontano i giornalisti.

27 persone, 18 giornalisti e 9 poligrafici, ad oggi non hanno idea di quale sarà la loro fine e il discorso si può anche allargare ai collaboratori, “per la verità già decimati dopo l’insediamento di quattro mesi fa della nuova proprietà, che non possono nemmeno contare sugli ammortizzatori sociali”.

Il presidente Conticelli racconta che da parte dell’Odg c’è tanta solidarietà e che verrà data vita ad una serie di “azioni nel tentativo di aiutare il giornale in maniera concreta”. Il caso che riguarda il Giornale dell’Umbria, ricorda ancora, è stato già portato all’attenzione nazionale per farlo diventare un esempio emblematico di come non si deve fare l’editore. Prima di chiudere il suo intervento, Conticelli sottolinea, aspramente, che “l’Umbria sembra essere diventata un laboratorio per sperimentare la chiusura dei giornali e quindi bisogna fare in modo che la nostra regione non abbia più vicende come questa e imprenditori come questi”.

La questione è di primaria importanza anche per la presidente Asu, Marta Cicci: Bisogna tirare su le barriere per evitare che editori pirati arrivino in Umbria. Intervenire prima dei fatti e nonostante gli sforzi è stato impossibile – accusa la Cicci – e quindi ora sembra inevitabile, dopo la liquidazione, anche la cessazione dell’attività e in questo caso se poi arriveranno pure nuovi soci i colleghi dentro la redazione non potranno essere tutti tutelati”. Un quadro nerissimo per la presidente dell’Asu, ma su cui bisogna tenere alti i riflettori.

La presidente dell’Asu osserva tuttavia che qualcosa sembra muoversi “vista la convocazione da parte della Regione di un tavolo con il liquidatore dopo che il 14 gennaio scorso è saltato quello con l’editore”. Al momento la priorità del cdr è quella di sbloccare il prima possibile gli ammortizzatori sociali. Solo dopo prenderà in considerazione “gli eventuali risvolti civili e penali” di una storia “con oscuri e discutibili passaggi”.

Clicca qui per approfondire le ultime vicende che hanno coinvolto il Giornale dell’Umbria

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