Giorgetti: “No alle svendite, Rai investa su web e giovani”

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Il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti ha le idee chiare sulla Rai: nessuna svendita per Rai Way ma occorre trovare risorse, restituire centralità all’azienda di Stato che è quasi “sconosciuta” al pubblico di giovanissimi.

Ieri l’esponente del governo è stato ascoltato in commissione Vigilanza Rai. E davanti agli esponenti parlamentari, Giancarlo Giorgetti ha affermato: “L’approccio sulla vicenda Rai Way non può essere quello della privatizzazione per fare cassa, in stile anni ’90. Ma è evidente che la Rai con le sue risorse non riesce a sviluppare certe linee di indirizzo. Il controllo pubblico deve rimanere, ma dobbiamo trovare la forma per fare affluire delle risorse in Rai, che possano permettere di sviluppare tutto il piano industriale relativo anche al digitale”.

Per Giorgetti, dunque, se l’obiettivo è “mantenere il controllo pubblico sulla struttura e far affluire risorse in Rai” bisogna considerare che “già si sono sperimentate nel corso della storia delle formule, con l’intervento di soggetti che hanno comunque il controllo pubblico pur non essendo soggetti pubblici, come Cassa depositi e prestiti, e che possono assolvere questo ruolo”.

Un’altra vicenda, però, è legata all’appeal Rai sul pubblico. Per Giancarlo Giorgetti: “Accelerare la trasformazione della Rai in digital media company anche attraverso lo sviluppo delle piattaforme digitali. In quest’ambito, considero particolarmente importanti gli impegni a migliorare RaiPlay, a investire nella ricerca e sviluppo, a sviluppare sinergie con la scuola e a conferire centralità al sito internet, che oggi non è tra i siti di riferimento degli italiani”. E quindi: “Abbiamo voluto che la Rai investisse per recuperare quel pubblico giovane che, pur se geneticamente lontano dalla tv tradizionale, è fondamentale per il servizio pubblico di oggi e di domani; abbiamo inoltre rimarcato la necessità di tutelare i minori”.

Giorgetti ha concluso: “Sotto una certa età credo che la Rai sia sostanzialmente una sconosciuta. Questo è evidentemente un problema. Ed è chiaro che la Rai  dovrà impegnarsi tantissimo e per fare questo serve una capacità di tipo imprenditoriale e manageriale, ma servono anche le risorse”.

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