Gazzetta del Mezzogiorno, appello al Presidente Mattarella

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I giornalisti della Gazzetta del Mezzogiorno chiedono aiuto al Presidente Sergio  Mattarella. Il giornale ormai non è più in edicola da quasi due mesi. In attesa che le procedure fallimentari indichino i nuovi assetti societari. Ogni giorno perso, però, è un patrimonio che si depaupera. Mentre, attorno alla storica testata pugliese, accade praticamente di tutto. Tra nuovi giornali e “casting” denunciati dagli stessi lavoratori.

Gazzetta del Mezzogiorno, l’appello a Mattarella

La Fnsi ha dato notizia di un incontro avvenuto a Conversano, in provincia di Bari, a margine di una recente visita del Capo dello Stato. Uno dei giornalisti del comitato di redazione de La Gazzetta del Mezzogiorno ha consegnato al presidente Mattarella un appello sottoscritto dai colleghi. Accompagnato dal segretario generale della sigla sindacale, ha inoltre voluto ringraziare il presidente della Repubblica per la vicinanza da sempre espressa, ai giornalisti in tempi durissimi di contestazione e di aggressioni sempre più frequenti.

La matassa da sbrogliare

La vicenda che riguarda la Gazzetta del Mezzogiorno, dunque, ora coinvolge anche il Quirinale. E potrebbe arrivare proprio da Mattarella un input decisivo per sbrogliare l’ingarbugliata matassa creatasi attorno al fallimento dell’Edisud. Il quotidiano ha sospeso le pubblicazioni dal primo agosto dopo il passo indietro da parte della Ledi, società del gruppo Ladisa di Bari. Nella vicenda si è poi inserito il gruppo Miccolis di Taranto che ha espresso interesse tramite la società Ecologica.

Il “vuoto” da riempire e i “casting”

La situazione è in divenire ma quello che appare certo è che ci sarebbe già chi è pronto ad approfittare del “vuoto” creatosi. Altri giornali, infatti, hanno iniziato a studiare edizioni pugliesi con l’idea di acquisire una parte del mercato lasciato sguarnito dall’assenza della Gazzetta. E ancora, i giornalisti del quotidiano hanno denunciato “casting” per nuove iniziative editoriali proprio tra i loro ranghi. La situazione è dunque delicatissima. E l’interesse di Sergio Mattarella potrebbe contribuire a risolvere l’impasse. Della quale, oltre ai lavoratori, fanno le spese i cittadini che si ritrovano con l’offerta di informazione gravemente impoverita.

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