Fuortes se ne va, i Cdr Rai incalzano: “Preoccupatissimi”

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Fuortes se ne va, i Cdr esprimono “forte preoccupazione” per il futuro e il presente stesso della Rai. Subito dopo l’addio dell’ormai ex amministratore delegato, si è riunita l’assemblea dei comitati di redazione e dei fiduciari Rai. Che, al termine della riunione, hanno espresso in un documento i loro dubbi e le loro perplessità sulla situazione e sulle prospettive che si intravedono a viale Mazzini.

Il documento è stato approvato e pubblicato martedì scorso. A strettissimo giro rispetto alle dichiarazioni e alle dimissioni presentate dall’ex ad della Rai. L’assemblea dei Cdr Rai sul caso Fuortes ha espresso “forte preoccupazione per la situazione in cui versa l’azienda. All’indomani di una ennesima brutta pagina della storia della Rai che ha visto le dimissioni di Carlo Fuortes da amministratore delegato per presunte e non meglio precisate pressioni sulla linea editoriale, si registra la mancata approvazione del contratto di servizio, lo stallo sui palinsesti estivi e invernali, su un nuovo e non più rinviabile piano industriale”.

Non è finita qui. Anzi. I fiduciari e i cdr incalzano dopo l’addio a Fuortes: “A fronte di una grave e nota situazione finanziaria, preoccupa la mancanza di certezze sulle risorse. Anzi l’unica cosa nota è la volontà del ministro Giorgetti di escludere il canone dalla bolletta”. Il tema è scottante e tracima, fatalmente, nella polemica politica schierando la stessa assemblea “al fianco dell’Usigrai che chiede, finora inascoltata, una legge che liberi l’azienda dal controllo del governo di turno”.

I giornalisti chiedono inoltre “di vigilare anche sull’arrivo di esterni: dalla paventata assunzione di dirigenti apicali, fino all’arrivo di direttori di testate e generi. Sarebbero scelte inaccettabili a fronte di un debito aziendale di oltre mezzo miliardo di euro, oltre a rappresentare la mancata valorizzazione delle colleghe e dei colleghi interni”. Per i lavoratori Rai “l’unico risparmio fatto dal precedente vertice è stato sulla pelle delle redazioni, non sostituendo le decine di giornalisti andati in pensione nelle testate nazionali che ad oggi sono in sofferenza di organico e per le quali si chiede da mesi una nuova selezione pubblica. In assenza di risposte sui temi posti, l’assemblea dei Cdr e dei fiduciari si dichiara pronta ad ogni forma di mobilitazione che si renderà necessaria a tutela del ruolo del servizio pubblico e dell’indipendenza e dell’autonomia delle redazioni”.

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