Ft, il digitale supera la carta

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Financial Times raggiunge il New York Times nella gara a chi si svincola prima da carta stampata e pubblicità. Il quotidiano finanziario britannico ha annunciato di avere più sottoscrizioni digitali di quelli della carta, così come il New York Times aveva già reso noto di trarre più ricavi dalle diffusioni, con la parte digitale in forte crescita, rispetto alle inserzioni pubblicitarie. Quindi, taglia corto John Fallon, l’a.d. di Pearson che pubblica la testata londinese: «il Financial Times non si vende. Ogni divisione del gruppo dev’essere profittevole e il Financial Times lo è». Ma da dove proviene questo boom dell’editoria online? In prima linea ci sono i siti dei due quotidiani, che nelle loro homepage mettono subito in evidenza (a differenza di molti concorrenti) abbonamenti alle sole edizioni digitali. Poi vengono presentate le offerte per la carta stampata e quelle che uniscono web e carta. E soprattutto non mancano gli sconti: il Financial Times costa poco più di un euro al giorno per chi desidera consultare i contenuti sulle piattaforme digitali. Il pubblico che preferisce online e carta stampata insieme paga 2,5 euro in tutto (sempre al giorno). E per chi vuole solo il giornale di carta, per le prime quattro settimane può versare solo un euro. Sca- duto il primo mese di lettura, il prezzo sale a 67,93 euro da pagare ogni tre mesi, per un anno. Anche in questo caso, comunque, lo sconto dichiarato è del 75%. Una proposta molto simile la fa anche il New York Times che, tra mobile, tablet e ogni media digitale, può costare 75 centesimi di euro per le prime quattro settimane. Dal punto di vista dei contenuti, invece, il quotidiano britannico ha lanciato FTSmartMatch, versione digitale del giornale che suggerisce in automatico contenuti vicini ai temi cliccati dal lettore. Sarà per la maggior attitudine di americani e inglesi ai nuovi media, ‘ sarà per le campagne promozionali più pressanti, comunque gli abbonati digitali del Financial Times sono cresciuti del 18% nel 2012, pari a circa 316 mila su una diffusione complessiva di 602 mila copie. Il mobile assicura, in particolare, il 30% di tutto il traffico della testata. «In al- cune zone degli Usa», ha sottolineato Fallon, «abbiamo già rinunciato a distribuire la carta, ma per sapere quando non sarà più necessario stampare i giornali bisogna chiedere agli indovini». Nel frattempo, però, Pearson, che controlla il Ft, avvierà un piano di riorganizzazione del gruppo per spingere ulteriormente il passaggio al digitale e per preparare la controllata casa editrice di libri Penguin a fondersi con Random House. L’investimento per la ristrutturazione sarà, in tutto, di 150 milioni di sterline (pari a circa 171,8 milioni di euro) ma l’operazione arriverà a generare, nelle stime aziendali, risparmi per 100 milioni di sterline (114,5 milioni di euro). Al contenimento dei costi contribuirà anche il taglio del personale.

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