FREQUENZE LTE. PREPARIAMOCI ALLE FEMTOCELLE

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Mentre il numero uno di Telecom vuole essere sicuro che le tv locali razionalizzino lo spettro per poter rendere effettiva la disponibilità della banda di frequenza a 800 MHz che sarà oggetto di gara, i semplici “cittadini” si preparano a quella che sarà una vera e propria rivoluzione: le femtocelle.

L’LTE rappresenta l’ultima evoluzione degli standard dedicati alle reti di telefonia mobile a banda larga ed è giunto alla sua definizione finale solo nel 2010, grazie all’accordo di collaborazione 3GPP (3rd Generation Partnership Project) stabilito nel dicembre 1998 tra i principali enti di standardizzazione nelle telecomunicazioni. Esso si colloca in posizione intermedia tra gli standard di terza generazione 3G e gli standard di quarta generazione 4G, ancora in fase di elaborazione, con l’obiettivo di promuovere l’uso della banda larga in mobilità, sfruttando l’esperienza e gli investimenti effettuati per le reti 3G ed anticipando i tempi rispetto alla disponibilità degli standard 4G, il cui obiettivo è quello di raggiungere velocità di connessione wireless anche superiori ad 1 Gbps.
Al momento, infatti, le migliorie previste rispetto alle tecnologie 3G sono riassumibili in:

• velocità di trasferimento dati in download fino a 100 Mbps
• velocità di traferimento dati in upload fino a 50 Mbps
• efficienza spettrale (ovvero numero di bit/s trasmessi per ogni Hz impiegato) 3 volte
superiore alla più evoluta versione dell’UMTS, ovvero l’HSPA
• supporto di almeno 200 utenti per cella con allocazioni di oltre 5 MHz di banda
• supporto ottimale della mobilità (garantita fino ai 15 km/h, con alte prestazioni dai 15 ai 120
km/h, comunque funzionale fino ai 350 km/h)
• prestazioni garantite con coperture ottenute tramite celle di 5 km, ammettendo una minima
degradazione per celle di 30 km.

Sul fronte della tecnologia c’è quindi molto fermento sia per l’evoluzione degli attuali sistemi, ma uno
dei punti chiave per lo sviluppo del wireless broadband è la disponibilità di spettro radio.
La propagazione delle onde elettromagnetiche è sfavorita all’aumentare della gamma di frequenze nella quale opera il sistema. Purtroppo, però, lo spettro al di sotto dei 2 GHz (circa) è già molto utilizzato (GSM 900/1800 MHz e UMTS a 2 GHz) e quindi è difficile trovare abbastanza banda per l’evoluzione dei servizi mobili. In Europa la banda di maggiore interesse per questa evoluzione è stata individuata nei 2,5 GHz. Più precisamente nelle porzioni 2500-2570 MHz accoppiata con la 2620- 2690 MHz per i sistemi FDD (Frequency Division Duplexing) e nella 2570-2620 MHz per quelli T D D (Time Division Duplexing).
Le frequenze a 2.6 GHz servono per le femtocelle: le femtocells sono celle di rete mobili personali, da installare in casa e ufficio per ottimizzare la copertura e la qualità del servizio di singoli utenti.
La femtocella, quindi, è una stazione radio domestica, a bassa potenza (tale da coprire un ufficio o un appartamento), autoinstallante (non è richiesta la presenza dell’utente per la configurazione), gestita in remoto dall’operatore telefonico e che utilizza bande soggetta a licenze (GSM/UMTS).
Una conseguenza immediata dell’avvento delle femtocelle sarà quella di rendere un ricordo la frase “non c’è campo”, dato che verrà assicurata un’appropriata ed ottima copertura 3G, almeno nella propria unità abitativa/lavorativa.
La femtocella per garantire questa copertura dovrà essere, naturalmente, collegata alla rete Internet tramite la linea xDSL (ADSL, HDSL, VDSL,…) esistente.
Le applicazioni che useranno le femtocelle sfrutteranno la presenza e la posizione dell’utente a proprio vantaggio, grazie alla tecnologia che permetterà di riconoscere quando una persona registrata si troverà in una zona di copertura, segnalandone l’ubicazione al programma di turno. Si potrebbe quindi ipotizzare che quando i bambini torneranno a casa da scuola, la femtocella registrerà la presenza dei loro cellulari e manderà una notifica ai loro genitori. Alcune applicazioni potrebbero essere capaci anche di accendere le luci e di inserire un sistema di sicurezza, mentre altre potrebbero essere usate per sincronizzare i contenuti fra smartphone e TV, computer e media player.
Viene spontaneo chiedersi se rimpiangeremo qualche canale televisivo locale oppure apprezzeremo tutto quanto questa nuova tecnologia potrà offrirci. Nell’attesa dell’asta delle frequenze io continuerò a guardarmi le televisioni locali. Del resto è un servizio gratuito..

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