FRANCIA. LA CRISI AFFONDA LA BANDA LARGA

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La banda larga è un tema caldo non solo in Italia, con il dibattito legato all’Agenda Digitale, ma anche in Francia. La crisi sta portando a rivedere tutti gli investimenti – compresi quelli in tecnologie, che pure potrebbero favorire la ripresa accelerando il fronte della produttività – così diversi analisti e operatori del settore hanno messo sotto accusa il progetto “France Fibre”, che dovrebbe portare la fibra ottica nelle zone rurali del Paese, colmando così un divario di competitività rispetto ai grandi centri che è stato tra i temi portanti dell’ultima campagna elettorale d’Oltralpe. Non è tanto l’utilità della banca ultralarga a essere messa in discussione, quanto la possibilità che gli investimenti realizzati oggi, in una situazione di difficile accesso al credito bancario, possano essere ripagati dagli introiti in tempi ragionevoli. Infatti, l’attesa corsa alla sottoscrizione di abbonamenti ultra broadband, complici i costi elevati, finora non c’è stata. Uno scenario già delineato in primavera da Analysys Mason, quando si era iniziato a parlare del tema, ma che evidentemente era stato ritenuto poco credibile dalle autorità transalpine. Alla stragrande maggioranza degli utenti sembrano bastare le soluzioni attuali, dal rame al satellite. E risulta difficile pensare a un impegno da parte degli operatori tlc senza ragionevoli garanzie su questo piano, nonostante le pressioni in tal senso da parte del Governo. Tanto che si vocifera della possibilità che venga varata una tassa governativa, da far gravare sugli operatori di telecomunicazioni, per finanziare il progetto e completarlo nel giro di dieci anni

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