Finpiemonte. Costi gonfiati per siti internet. Ipotesi di truffa ai danni dello Stato

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Lavoro: il futuro è sempre più nel web

Il gip di Torino ha disposto, su richiesta del pool antiriciclaggio della procura di Torino, il sequestro cautelativo di beni per 2,2 milioni di euro. La vicenda e’ quella dei contributi a fondo perduto indebitamente percepiti da Finpiemonte, la finanziaria della Regione, per la realizzazione di siti internet i cui costi venivano gonfiati, spesso ricorrendo a professionisti compiacenti che effettuavano false certificazioni. L’ipotesi di reato e’ truffa ai danni dello Stato e dell’Unione Europea (l’ente da cui provenivano i fondi poi stanziati dalla Regione). Le imprese, infatti, potevano ricevere un finanziamento pubblico pari al 50% del costo del sito web che intendevano allestire per l’esercizio dell’attività economica. Era sufficiente, quindi, raddoppiare gli importi fatturati per poter realizzare il sito gratuitamente o addirittura averne un introito. Un ulteriore raggiro riguardava invece le condizioni preliminari per accedere ai finanziamenti pubblici. Spesso, infatti, nelle domande di contributo l’attività veniva falsamente localizzata in aree del Piemonte sottoposte a processi di riconversione economica. L’intera vicenda e’ ora al vaglio della Corte dei Conti, per l’accertamento delle responsabilità erariali connesse agli episodi accertati. Infine, sono in corso mirati controlli fiscali, finalizzati al recupero delle imposte risparmiate dalle imprese contabilizzando le fatture false.

Giannandrea Contieri

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