Fazzolari, il Domani, Fnsi e Fdi: lo scontro continua

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Alessandra Costante

Il sottosegretario Giovambattista Fazzolari trascina il Domani in tribunale, la Fnsi protesta e Fratelli d’Italia accusa il sindacato dei giornalisti. Una bagarre politica scoppia attorno al caso dopo che il sottosegretario ha chiesto un’indagine su Domani dopo un articolo sulle presunte liaison tra il partito di Fazzolari (e della premier) e un’azienda di lobbying. La smentita pubblicata non è bastata a calmare le acque e così è partita la richiesta del sottosegretario. A cui s’è opposta la Fnsi che ha parlato di “indagini bavaglio” denunciando una sorta di salto di qualità nella nota e ormai vecchia questione delle querele bavaglio. “Siamo passati dalle querele bavaglio con richieste di danni milionari alla richiesta di indagini bavaglio. L’Italia sta voltando la schiena alla Costituzione e al diritto di cronaca”, ha affermato la segretaria generale Fnsi Alessandra Costante che tuona: “Chiediamo alle istituzioni europee di non spegnere il faro che avevano acceso sulla libertà di stampa”. Parole a cui, a strettissimo giro, sono seguite quelle di un altro sottosegretario, alla Giustizia, Andrea Del Mastro di Fratelli d’Italia. Che spara a palle incatenate contro il sindacato: “Costante dell’ Fnsi lamenta che il sottosegretario Fazzolari abbia avuto l’ardire di esercitare un diritto e tutelare la sua onorabilità contro fake news create ad arte da certo giornalismo. Costante difende la libertà di stampa o la libertà di creare fake news? Non è diritto di cronaca inventare notizie al solo scopo di diffamare terze persone. E ancora, cosa invoca Costante, il diritto al killeraggio politico sistematico con ogni mezzo? L’assoluta insindacabilità dei giornalisti, a prescindere dal rispetto della verità storica e del codice deontologico?”. E ancora: “I giornalisti avrebbero licenza di uccidere e, come gli ayatollah, godrebbero di una totale immunità e insindacabilità? Per fortuna in Occidente, che piaccia o meno a Costante, ogni diritto si coniuga con la responsabilità delle proprie azioni altrimenti sarebbe arbitrio”.

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