Oggi, a Montecitorio, inizia nella Commissione Affari costituzionali la discussione sulla modifica della legge elettorale per le elezioni europee che si terranno nella prossima primavera. Il relatore di maggioranza e’ Peppino Calderisi (Pdl), che illustrera’ la posizione gia’ annunciata dalle forze di governo: forte correzione del sistema proporzionale con l’introduzione del quorum al 5% e la cancellazione del voto di preferenza per allineare le norme elettorali delle europee con quelle vigenti per l’elezione del Parlamento nazionale.
Questa posizione non piace all’opposizione. Pd e Idv chiedono che l’asticella del quorum per accedere al Parlamento di Bruxelles venga abbassata al 4 o al 3% senza eliminare il voto di preferenza. La posizione dell’Udc di Pier Ferdinando Casini e’ altrettanto netta: non si puo’ accettare l’abolizione del voto di preferenza in un momento di grave crisi del rapporto tra politica e opinione pubblica.
I tre partiti dell’opposizione sono intenzionati a usare tutti gli strumenti parlamentari (l’Udc non esclude l’ostruzionismo) per rendere difficile l’iter della riforma elettorale.
La posizione della maggioranza sembra pero’ molto decisa.
Ieri sera, partecipando alla trasmissione televisiva ”Porta a Porta”, Berlusconi – che oggi e’ a Parigi, dove nel pomeriggio incontrera’ il presidente francese Nicolas Sarkozy – ha precisato la sua posizione: ”Con la soglia del 5% non si disperdono i parlamentari, il Pdl potrebbe arrivare a essere il primo gruppo nel Partito popolare europeo e incidere cosi’ nelle decisioni del Parlamento europeo facendo gli interessi dell’Italia”. Sulla questione delle preferenze, il premier e’ stato altrettanto chiaro: ”Se fossero lasciate, sarebbe un ritorno al passato e si ritornerebbe alla vecchia politica e ai finanziamenti occulti”.
Dopo il dibattito nella Commissione Affari costituzionali, il confronto parlamentare sulla nuova legge per le europee passera’ all’Aula di Montecitorio. Il governo ha infatti deciso di non presentare un proprio disegno di legge e di affidarsi alle decisioni del Parlamento.
Fabiana Cammarano
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