Non bastava lo stallo delle nomine, ora scoppia anche la grana di Rai Parlamento coi giornalisti che minacciano lo sciopero. I giornalisti ieri si sono riuniti in Assemblea per chiedere all’azienda di destinare nuove risorse alla redazione altrimenti sarà a rischio la realizzazione delle Tribune in vista del prossimo referendum. Il tema è serio e la polemica è servita. L’assemblea di Redazione di Rai Parlamento ha fatto sapere di ritenere “non più sopportabile l’attuale carenza di organico che affligge la testata rendendo complicato garantire la produzione ordinaria – Tg, Rubriche di approfondimento, dirette dalle Aule , Question-time, Programmi dell`accesso – e, allo stato attuale, mette seriamente a rischio la realizzazione delle Tribune referendarie”. Ma non è finita qui perché l’organismo ha fatto anche sapere di ritenere altrettanto grave il fatto che “l’azienda si sia rifiutata di ricevere il Cdr che richiedeva un incontro urgente per trovare soluzioni concrete. E per questo rinnova tale richiesta”. La conseguenza, dunque, appare scritta: “A fronte di tutto questo, l’Assemblea all’unanimità proclama lo stato di agitazione, affidando al Cdr un pacchetto di cinque giornate di sciopero”.
Le richieste dei giornalisti di Rai Parlamento sono chiare e nitide: “L’Assemblea è altresì pronta alla mobilitazione contro il ridimensionamento, nei fatti, di Rai Parlamento. Una testata che va invece potenziata, nell’interesse dei cittadini, soprattutto in attuazione di quanto previsto dall’articolo 11 del vigente Contratto di servizio. Vista la specificità della missione della Testata – conclude la nota firmata dal comitato di redazione – , l’Assemblea impegna il Cdr a chiedere un incontro con i rappresentanti della Commissione parlamentare di Vigilanza”.