EQUO COMPENSO, BOTTA E RISPOSTA TRA FORNERO E JACOPINO

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Botta e risposta tra il Ministro del Lavoro Elsa Fornero e Enzo Jacopino, presidente dell’Ordine dei Giornalisti. La Fornero ha voluto ribadire che il suo no alla legge sull’equo compenso non è definitivo. Jacopino ha, per l’ennesima volta, sottolineato la necessità di un provvedimento che tuteli i giornalisti precari sottopagati. br/> Le riserve del Ministro nascono da una collisione tra le disposizioni contenute nel testo di Silvano Moffa e il comma 23, art.1 della sua riforma del lavoro, relativo ai corrispettivi spettanti ai lavoratori a progetto. La legge sull’equo compenso si configurerebbe come un procedimento avente ad oggetto la tutela di una specifica categoria, quella dei giornalisti,.in contrasto con la normativa generale del lavoro. La Fornero ha espresso perplessità anche sull’art. 3 della legge Moffa, che stabilisce l’accesso ai contributi solo per gli editori che rispettano determinati requisiti di equità retributiva. La verifica di questi parametri è affidata ad una specifica Commissione composta da tre membri, due designabili dal Governo e uno dall’Ordine dei Giornalisti. La Fornero si chiede se quei giornali che, per svariati motivi, non accedono ai contributi pubblici saranno tenuti a rispettare i “minimi” fissati dalla legge. C’è il rischio che si vengano a formare delle spaccature all’interno della categoria: i giornali presenti nell’elenco dovrebbero attenersi alle disposizioni legislative, ma tutti gli altri avrebbero una giustificazione per continuare a sfruttare i lavoratori.
Dubbi legittimi, ma Ordine e FNSI non sembrano averne. Franco Siddi, segretario del sindacato, ha paragonato il mondo delle testate giornalistiche ad un caporalato. Occorrerebbe un po’ più di equilibrio nel combattere una battaglia che si fonda su verità innegabili, certificate da indagini svolte dal CNOG (Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti). Ricerche che hanno evidenziato l’effettiva irrisorietà dei compensi erogati per collaborazioni di tipo autonomo, anche da parte di aziende che ricevono i contributi statali.

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