Via libera alle tariffe mensili, Agcom “Le compagnie si adeguino entro il 5 aprile”

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Niente più bollette a 28 giorni, gli utenti ritornano a pagare a tariffa mensile. Tutti gli operatori e pay tv entro il 5 aprile dovranno adeguarsi alla legge del 4 dicembre n°172 del 2017 che disciplina la tariffazione mensile. La normativa prevede che gli operatori dovranno adottare le disposizioni entro 120 giorni dall’entrata in vigore della legge. I soggetti inadempienti hanno l’obbligo di rimborsare ogni utente con un indennizzo di 50 euro, maggiorato di un 1 euro, per ogni giorno successivo alla scadenza del termine stabilito dall’autorità. Le sanzioni previste dalla legge vanno da un minimo di 240 mila euro a un massimo di 5 milioni del numero. Secondo la norma le bollette non saranno più emesse ogni 28 giorni ma mensilmente e le variazioni avverranno senza cambiamenti della spesa annua. Tutti gli utenti potranno recedere dal contratto e dai servizi mobili senza il pagamento di alcuna penale. Sono previsti rimborsi per gli utenti di telefonia fissa poiché il Tar ha congelato fino al primo ottobre l’obbligo di rimborso automatico che sarebbe dovuto scattare ad aprile.  La prima compagnia  telefonica ad adeguarsi alla normativa è stata Tim, che in una nota ha comunicato alla sua clientela business le nuove modifiche. Secondo le disposizioni societarie il rinnovo su base mensile degli abbonamenti di telefonia fissa è previsto dall’1 aprile. L’applicazione della tariffazione mensile comporterà una riduzione dei canoni annuali, l’importo di ogni canone sarà maggiorato dell’8,6%. L’incremento previsto dalla normativa entrerà in vigore dal 5 aprile. Anche Vodafone ha annunciato che adotterà le modifiche entro i termini di legge che saranno comunicate agli utenti singolarmente. L’importo mensile dell’offerta subirà un aumento dell’8,6% ed è atteso anche un incremento dei bonus disponibili per le offerte di telefonia mobile.  Sky, Wind e Infostrada torneranno alla fatturazione mensile entro aprile, anche questi gestori prevedono un incremento degli importi delle offerte di 8,6%. I prezzi degli abbonamenti della tv satellitare non subiranno modifiche, il costo annuo stabilito con la fatturazione a 28 giorni resterà immutato. La compagnia Fastweb invece ha reso noto che adempirà gli obblighi legislativi a partire dal 5 aprile per tutti i contratti fissi o mobile in abbonamento, mentre si comincerà già dal 26 marzo per le offerte mobile ricaricabile. Il costo sostenuto dall’utente rimarrà invariato su base annuale, perché i tredici rinnovi saranno ridistribuiti su dodici mensilità, a partire dal primo giorno. La vicenda delle 28 mensilità inizia tra la fine del 2016 e 2017 quando gli operatori telefonici decidono di inviare agli utenti la bolletta a 28 giorni.  Questa modifica comportò un cambio di mensilità da 13 a 12 e un aumento dei prezzi. Il 24 marzo 2017 l’Agcom con una delibera impone agli operatori di tornare alla fatturazione mensile. L’autorità stabilisce che la tariffa a 28 mensilità era consentita solo per la telefonia mobile e la fatturazione a quattro mensilità violava i criteri di trasparenza, completezza e chiarezza dell’informativa.  Gli operatori telefonici non rispettarono il termine di 90 giorni concessi dal garante per adeguarsi e hanno impugnato la delibera dell’authority davanti il Tar del Lazio.  Lo scorso dicembre l’Agcom ha applicato una sanzione di un milione di euro a carico di Tim, Vodafone Italia, Wind, Tre e Fastweb, a difesa dei consumatori vittime del ritardo dell’adeguamento tariffario. Il garante ha inoltre intimato agli operatori di rimborsare le somme pagate dagli utenti dal 23 giugno 2017. Il Tar del Lazio si è espresso con due ordinanze di accoglimento con le quali Wind e Tre e Vodafone hanno contestato le delibere dell’Agcom dello scorso dicembre. Il tribunale ha rinviato la discussione sulla questione dei rimborsi con udienza fissata il 31 ottobre.  Le tariffe a 28 giorni hanno permesso agli operatori di alzare in modo implicito le tariffe che sono tra le più basse d’Europa. Secondo Agcom la tariffazione a 28 giorni ha comportato tanti ricavi in più e meno soldi nelle tasche degli utenti. Il Codacons ha denunciato alcuni operatori perché avrebbero approfittato del ritorno alla fatturazione mensile per aumentare le tariffe. Per questo motivo l’associazione ha inviato un esposto all’Untitrust e accusato  Tim e Vodafone di aver aumentato i prezzi. “Tim e Vodafone sono colpevoli di aver aumentato  quasi contemporaneamente e nella stessa misura le tariffe praticate ai loro clienti, annullando i vantaggi determinati dallo stop delle tariffe a 28 giorni. Le due compagnie – denuncia il Codacons in una nota – “pur tornando alla fatturazione mensile, sembrerebbero aver confermato l’aumento delle tariffe di una percentuale dell’ 8,6%, già avvenuta in forza del passaggio alla fatturazione a 28 giorni. “Indubitabilmente – prosegue l’associazione dei consumatori – “Tale aumento finisce per determinare una modifica in peius delle condizioni economiche del contratto, rispetto a quelle sottoscritte dal cliente all’atto della conclusione dell’accordo cui dovrebbe corrispondere la possibilità del consumatore di esercitare il diritto di recesso e rivolgersi ad altri operatori. Il Cartello posto in essere da Tim e Vodafone sembrerebbe doversi considerare una strategia collusiva improntata a un’imposizione unilaterale di vantaggiose condizioni contrattuali in danno dei consumatori”.

 

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