Editoria online, ombre sulle vendite dei giornali digitali

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Il mercato dei media è in subbuglio per alcuni sospetti emersi sulle vendite dei giornali online. Ads, società che misura questi dati, sospende il conto per le copie digitali: con un trucco è possibile gonfiare i numeri

Lunedì mattina la Accertamenti Diffusione Stampa (Ads) pubblicherà i dati di aprile su periodici e quotidiani e, per la prima volta da quando sono stati introdotte, le vendite multiple digitali non entreranno nel rapporto. Ad essere esclusa dal rapporto è, in pratica, la parte dell’offerta commerciale legata alle copie di giornali online acquistate in blocco da società e aziende che poi li ridistribuiscono a loro piacimento.

La Ads, che è una partecipata di Upa (Utenti Pubblicità Associazti), Assocomunicazione e Unicom (associazioni delle imprese del settore), Fieg (federazione degli editori di giornali) e Fcp (Federazione Concessionarie Pubblicità), ha deciso di sospendere la certificazione delle copie multiple digitali nel corso del cda dello scorso 18 maggio. La durata dello stop è di almeno un mese per eseguire una serie di accertamenti sui dati.

Secondo il giornale Dailyonline, la questione è stata portata all’attenzione dei dirigenti dalla Condé Nast: la casa editrice ha spiegato di aver individuato alcune testate con dichiarazioni di copie digitali multiple abnormi nel segmento dei periodici. Non sono trapelati nomi, ma si parla di numeri importanti, “pari a oltre il 25% delle copie totali diffuse, quando l’incidenza media sarebbe dello 0,3%”, come scrive Il Giornale. Secondo questa ricostruzione, “a presentare dati così importanti sulle copie digitali sarebbero i concorrenti di Hearst Italia”.

Tra i grandi giornali nazionali, quello che pagherebbe il prezzo più alto dal protrarsi di questa situazione è il Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria può infatti vantare un ottimo trend fin dal 2013 per quanto riguarda la vendita di copie multiple digitali. Per dare un’idea, il Sole vende il 28,6% del totale, il Corriere della Sera e Repubblica sono fermi, rispettivamente, all’1,5 e allo 0,8%.

Non è difficile intuire che adesso la priorità del Sole è quella di sgombrare il campo da ogni dubbio, e sembra che il neo presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, potrebbe farsi sentire a breve. Boccia avrebbe pensato di rivolgersi a Giorgio Squinzi, ex presidente degli industriali e numero uno del cda del Gruppo 24 Ore, per dare il via all’“operazione verità” nel più breve tempo possibile.

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