Edicole, futuro possibile grazie alla riforma dell’editoria

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A inizio mese la Snag ha presentato al Senato alcune proposte per garantire una prospettiva alle edicole: la riforma dell’editoria potrà fare bene a tutta la filiera, ma le liberalizzazioni possono essere un’arma a doppio taglio

La crisi dell’editoria non risparmia nessuno dei protagonisti del comparto. Editori, distributori e anche la rete di vendita, tutti hanno subito perdite più o meno gravi nel corso degli ultimi anni. Per questo motivo a inizio maggio il Sindacato Nazionale Autonomo Giornalai è stato ascoltato in un’audizione presso la commissione Affari Costituzionali del Senato. Proprio la commissione, infatti, sta vagliando al momento il testo della proposta di legge relativa all’Istituzione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione e deleghe al Governo per la ridefinizione del sostegno pubblico all’editoria.

A rappresentare Snag-Confcommercio è stato il presidente, Armando Abbiati, che ha spiegato: “La riforma del settore editoriale è per gli edicolanti un provvedimento tanto necessario quanto urgente”. Abbiati ha poi dichiarato di essere ben consapevole “che questa legge non sia la migliore possibile né dia una risposta a tutte le problematiche degli edicolanti. Tuttavia, se verranno accolte le nostre proposte, sarà l’unico strumento per dare una prospettiva alla rete di vendita dedicata all’informazione”.

Queste proposte sono state consegnate in un documento nel corso dell’audizione (clicca qui per approfondire). Il settore delle edicole può essere rilanciato ma bisogna stare attenti. C’è un pericolo, sottolinea la Snag, più grande di altri: quello della liberalizzazione indiscriminata della vendita di quotidiani e periodici. In questo modo, secondo il sindacato, non viene favorito lo sviluppo del mercato editoriale, ma al contrario “rafforza esclusivamente il potere dei distributori locali che operano in regime di monopolio”.

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