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Due italiani su tre non leggono libri: i dati choc

Due italiani su tre non leggono libri. Gli italiani, dopo aver ritrovato i libri in lockdown, hanno presto voltato le spalle all’editoria. Hanno riposto i volumi sulle librerie di casa, sempre più vuote, sempre più impolverate, e hanno ripreso a compulsare gli smartphone. A Vicenza, sabato scorso, si è tenuto un incontro organizzato da Grafica Veneta sullo stato di salute dell’editoria italiana. E sul contributo che l’editoria dà all’economia dell’intero Paese. I numeri presentati alla platea rappresentano, plasticamente, le dimensioni di un tonfo. Che, se messo a paragone con le cifre e i volumi dei mercati librari dei Paesi a noi vicini, fa ancora più rumore.

Ogni anno, in Italia, la media di libri acquistati pro capite dagli italiani è pari a 3,2. In Germania, il dato è di sei. In Gran Bretagna sale a sette e in Francia aumenta fino a 7,1. Se si passa ad allargare lo sguardo fino all’altra parte dell’Oceano, negli States ogni americano acquista, in media, 5,1 libri all’anno. Stando all’analisi dei trend, l’editoria italiana ha perso più di tre milioni di lettori negli ultimi tredici anni. Un salasso, un’ecatombe. Qualcosa di più di un campanello d’allarme.

Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta, ha affermato: “In uno scenario in cui si assiste, da un lato, alla contrazione della domanda di libri e, dall’altro, a una molteplicità di canali che catalizzano l’attenzione delle persone, GV Group, attraverso la propria presenza nel mercato europeo e nordamericano, vuole portare al tavolo il suo osservatorio per incentivare la riflessione degli operatori del comparto e identificare nuove leve per fidelizzare e attrarre i lettori. Stimolando l’interesse per la lettura e puntando sulla cultura, cresce l’editoria e cresce l’Italia”. Paolo Mieli, che ha moderato l’incontro a cui ha preso parte anche il sottosegretario Alberto Barachini, ha spiegato: “La sfida di oggi e di domani sarà adattarlo ai tempi, ai bisogni e agli interessi odierni, sfruttando i nuovi strumenti che la tecnologia ci offre e ascoltando i giovani, come abbiamo voluto fare oggi in questa discussione. Anche da loro dipende il futuro di questo settore complesso”.

Luca Esposito

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