DOPO LA GERMANIA, ANCHE LA FRANCIA VUOLE LA LEX GOOGLE

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Quelle della Merkel non erano parole vuote. Anche la Francia, ispirata dal modello teutonico, vuole una legge che imponga a Google una tassa per la pubblicazione di frammenti di notizie sui suoi portali. Gli editori francesi si stanno mobilitando per ottenere delle audizioni governative nelle quali esporre le proprie proposte, tra cui l’estensione alla stampa online dell’aliquota IVA ridotta del 2,1% riservata ai giornali. Per Marc Feuileè, presidente di SPQN, il modello tedesco è sinonimo di equità perché consente agli editori di partecipare ai profitti di Google, e quindi dell’economia digitale. La Francia ha già provato in passato a tassare Google, seppur con altre motivazioni. Impossibile dimenticare la Google Tax, il provvedimento ideato per ottenere finanziamenti dagli Over The Top, i colossi del web che ottengono grossi profitti in Francia ma non vengono tassati, dal momento che hanno la sede in altri Stati. La tassa fu soppressa dall’Assemblea Nazionale, perché si abbatteva su un settore economico in crescita.
Intanto in Germania la legge è in discussione in Parlamento e viene discussa sul web. Gli oppositori la chiamano Lex Google, perché colpisce principalmente Google News, l’aggregatore di notizie del motore di ricerca. Per molti la legge sarebbe stata partorita dalla Axell Springer, la più ricca impresa editoriale tedesca, a favore dei grandi editori. Il portavoce di Google in Germania, Kay Oberbeck, ha parlato di “giorno nero per il web” e di “un’interferenza senza precedenti nel resto del mondo”. Il colosso di Mountain View, nel caso in cui la legge venisse approvata, potrebbe reagire con l’esclusione dei contenuti degli editori tedeschi dai propri servizi. Quantomeno si è chiarita la situazione dei blog che citano i contenuti online. Utenti privati e bloggers potranno continuare a pubblicare sui loro siti link ai giornali.

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