DL EDITORIA. IERI LA DISCUSSIONE GENERALE IN ASSEMBLEA CAMERA

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L’Assemblea della Camera ha iniziato ieri la discussione del disegno di legge di conversione, con modificazioni, del decreto-legge n. 63 del 2012 sull’editoria, già approvato dal Senato in prima lettura (A.C. 5322).
Il relatore, Giancarlo Mazzuca (PdL), ha illustrato gli aspetti salienti del provvedimento d’urgenza in discussione che, in attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge cosiddetto salva Italia, risponde all’esigenza di rendere più rigorosi e sostenibili gli oneri collegati agli interventi pubblici in favore del mercato editoriale, interessato da una gravissima crisi. Nel sottolineare, quindi, l’imprescindibile valenza democratica di misure volte ad assicurare la sopravvivenza delle testate giornalistiche in una fase emergenziale, esprime rammarico per il mancato apporto emendativo della Camera dei deputati, da ricondursi all’apprezzabile finalità di evitare la decadenza del decreto-legge. Richiamato, quindi, un suo atto di indirizzo approvato recentemente dalle Camere volto a favorire una migliore distribuzione dei giornali attraverso il riconoscimento della qualifica di piccoli imprenditori agli edicolanti, ha rilevato che il provvedimento d’urgenza in esame è inteso ad assicurare meccanismi di correlazione del contributo erogato agli effettivi livelli di vendita e di occupazione delle imprese editoriali, prevedendo contributi anche per l’editoria digitale, modernizzando il sistema di distribuzione e di vendita e assicurando l’acquisto di spazi sui giornali per le campagne di comunicazione istituzionale delle pubbliche amministrazioni.
Ricardo Franco Levi (PD) ha sottolineato preliminarmente la rilevanza costituzionale della materia oggetto del provvedimento d’urgenza in discussione, richiama la ratio delle disposizioni da esso recate, volte a razionalizzare l’utilizzo delle risorse attraverso meccanismi in grado di correlare il contributo erogato all’editoria agli effettivi livelli di vendita e di occupazione professionale delle imprese editoriali. Ha osservato quindi che il decreto-legge in esame si configura come un provvedimento ponte, che consente di salvaguardare la realtà produttiva del settore in attesa dell’adozione del disegno di legge delega in materia, confermando altresì il percorso già avviato di risanamento dei conti pubblici. Ha manifestato infine l’orientamento favorevole del suo gruppo al provvedimento in discussione, la cui urgenza ne impone la sollecita approvazione, pur ritenendo che sarebbe stato opportuno apportare al testo alcune modifiche migliorative.
Giuseppe Giulietti (Misto), nel richiamare il proficuo lavoro istruttorio svolto dalla Commissione di merito su un provvedimento d’urgenza necessario per assicurare la sopravvivenza del mercato editoriale nell’attuale fase emergenziale, sul quale ha preannunziato voto favorevole, ha rilevato, tuttavia, i profili critici dello stesso, segnatamente la copertura finanziaria delle norme introdotte, prospettando l’opportunità di individuare nuove risorse da destinare alla riforma dell’editoria attraverso la vendita con asta pubblica delle frequenze radiotelevisive. Paventato, quindi, il rischio dell’introduzione di forme di controllo surrettizio dell’informazione giornalistica, della quale ha richiamato il fondamento costituzionale e il necessario pluralismo, ha invitato il Governo ad adottare soluzioni legislative immediate per i numerosi nodi irrisolti dell’editoria, auspicando la presentazione, in tal senso, di ordini del giorno, nonché il rafforzamento delle misure volte ad introdurre il credito di imposta e il credito per l’acquisto della carta o di nuove tecnologie. Ha espresso, infine, netta contrarietà ad ogni ipotesi di legge «bavaglio», segnatamente in tema di intercettazioni e in relazione al delicato ambito della regolamentazione della rete.
Pierfelice Zazzera (IdV), nel ritenere che il provvedimento d’urgenza in discussione non risolva i problemi del settore dell’editoria, ha sottolineato la necessità di abrogare il finanziamento pubblico ai giornali e alle emittenti radiofoniche dei partiti, nonché di rimuovere i monopoli e i conflitti di interesse presenti nel comparto, al fine di garantire effettivamente libertà e democrazia nel Paese. Ha espresso quindi un giudizio negativo sulle norme recate da un decreto-legge che appare sostanzialmente blindato, reputa ancora irrisolte le problematiche inerenti la tracciabilità delle copie vendute e l’editoria digitale, invitando peraltro il Governo a rispettare il ruolo del Parlamento e a consentire la modifica di elementi di criticità presenti nel testo.
Enzo Carra (UdCpTP), nel rilevare che il provvedimento d’urgenza in esame risponde ad esigenze urgenti nel settore editoriale recando apprezzabili misure di razionalizzazione dell’uso delle risorse pubbliche erogate a sostegno dell’editoria, ha espresso rammarico per i tempi «blindati» di esame dello stesso, che impediranno l’approvazione di modifiche migliorative al testo, nonché per i numerosi nodi lasciati parzialmente irrisolti, segnatamente in relazione all’editoria digitale, alla modernizzazione del sistema di distribuzione e vendita e ai profili critici relativi alla copertura finanziaria delle norme introdotte. Ha auspicato, infine, un sollecito esame del provvedimento sull’equo compenso nell’ambito della professione giornalistica, il cui esame pende presso il Senato, nonché il varo della complessiva legge di riforma dell’editoria a lungo attesa dal settore.
Erica Rivolta (LNP) ha espresso l’auspicio che le proposte di modifica presentata dal suo gruppo vengano comunque prese in considerazione dal Governo in sede di emanazione del disegno di legge delega di riforma dell’editoria, prende atto della natura transitoria del provvedimento d’urgenza in discussione, che interviene in una situazione emergenziale al fine di razionalizzare le spese sostenute dallo Stato per sovvenzionare l’editoria. Ha manifestato quindi allarme per la crisi che sta colpendo numerosi operatori del predetto settore, ha richiamato con convinzione la necessità di tutelare ed incentivare l’ingresso dei giovani nel mondo dell’informazione; auspica quindi che l’Esecutivo sappia individuare una forma equilibrata di erogazione degli aiuti alle case editrici, ai piccoli editori, ai distributori ed agli edicolanti, pur condividendo il sostegno al passaggio all’editoria digitale. Nel reputare quindi doveroso diffondere la cultura della lettura dei giornali, soprattutto nelle scuole, ha stigmatizzato il continuo ricorso allo strumento del decreto-legge da parte del Governo, pur ritenendo condivisibili talune misure da esso recate.
Mario Adinolfi (PD), nel preannunziare il convinto voto favorevole sul provvedimento d’urgenza in discussione, che giudica migliorativo della disciplina vigente in materia di editoria, ha ritenuto particolarmente rilevanti le disposizioni volte ad incentivare l’avvio di un sistema editoriale digitale, segnatamente con riferimento alle misure contenute nell’articolo 3-bis, che prevede importanti forme di semplificazione per le testate periodiche di piccole dimensioni realizzate unicamente su supporto informativo e diffuse esclusivamente per via telematica.
Aurelio Salvatore Misiti (Misto-G.Sud-PPA), nel condividere l’obiettivo di rivedere il sistema di contribuzione pubblica all’editoria mediante l’adozione di più idonei criteri per l’accesso a tali sovvenzioni nell’ottica di riduzione degli sprechi e di valorizzazione della diffusione della cultura, ha manifestato forte apprezzamento per l’annunciato sostegno alle nuove forme di informazione digitale, ritenendo che tale innovazione agevolerà l’accesso dei giovani al mondo del lavoro. Richiamata, quindi, la natura transitoria della disciplina in discussione, ha manifestato l’esigenza di prestare la giusta attenzione agli eventuali abusi di forme di lavoro precario nel settore; preannunzia infine l’orientamento favorevole della sua componente politica sul provvedimento d’urgenza in discussione.
Franco Narducci (PD), evidenziando la natura transitoria del provvedimento d’urgenza in discussione, ha giudicato particolarmente positive le disposizioni concernenti i contributi a favore dei periodici italiani pubblicati all’estero di cui all’articolo 1-bis del decreto-legge in esame.

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