DISCUSSIONE LINEE GENERALI: PDL E PD CHIEDONO INTERVENTO STRUTTURALE SULL’EDITORIA

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Ieri è iniziata, in Aula alla Camera, la discussione sulle linee generali del dei disegni di legge finanziaria (A.C. 2936-A) e di bilancio (A.C. 2937-A).
Nel suo intervento, il relatore di minoranza, Pier Paolo Baretta ha messo in evidenza che, “per la prima volta nessun emendamento di provenienza parlamentare, sia di maggioranza, sia di opposizione, è stato esaminato dalla Commissione, né è entrato nel testo”. Baretta ha sottolineato come i problemi legati al disegno di legge finanziaria in esame, non siano solo procedurali ma anche di contenuto e ha richiamato l’attenzione sulla “mazzata” che si è data “alla libera editoria, tanto da costringere il sottosegretario Letta ed il Ministro Tremonti a promettere una riparazione”.
L’on. Rocco Girlanda (PDL), prendendo la parola, si è soffermato sui tagli ai fondi per l’editoria: “non è vero che questo Governo è insensibile alle problematiche del settore: prova ne è il fatto che in un recente provvedimento è stato finanziato, per la prima volta nella storia e con ben oltre 20 milioni di euro, il Fondo speciale per il prepensionamento dei giornalisti”. “Se non bastasse – ha aggiungo l’onorevole – proprio il maxiemendamento del relatore alla finanziaria contiene una disposizione per finanziare con ben 50 milioni di euro il Fondo, sempre dell’editoria, delicato alle emittenti locali. Se non bastasse ancora, aggiungo che nella storia di questo Governo sono state sempre inserite risorse adeguate nei capitoli di bilancio relativi ai contributi all’editoria”.
“Detto questo, mi sembra che la volontà sia abbastanza chiara: la questione da risolvere è esclusivamente di natura tecnica, ossia come risolvere il passaggio da contributi predefiniti per gli editori, ma indefiniti per il Governo, a un sistema che li renda predefiniti per entrambi (nulla a che vedere con il taglio di cui in questi giorni si parla nella stampa). La mia convinzione che il Governo riuscirà a risolvere questo aspetto nasce dalla consapevolezza e dalla sensibilità che il Governo ha sempre dimostrato nei confronti della pluralità e della libertà di informazione”.
L’onorevole Michele Meta (PD) ha richiamato, nel suo intervento, il congelamento dei fondi per lo sviluppo della banda larga, e i tagli ai contributi per l’editoria: “un colpo di mano” che “spegne la voce di importanti testate nazionali, aggravando le difficoltà dell’editoria” e che “invece di affrontare seriamente il problema lo rimuove e fa precipitare sempre di più il pluralismo e le migliaia di giornalisti coinvolti in questa tagliola, in un baratro senza ritorno”.
Sulla stessa linea l’on. Rolando Nannicini (PD) il quale ha sottolineato che dietro l’abolizione dei contributi all’editoria c’è carne e sangue dei professionisti, c’è lo strame della libera informazione, vi sono le tardive invocazioni di pulizia e trasparenza del settore”. “Voglio segnalare – ha continuato l’on. Nannicini – che, un anno fa esatto, il nuovo regolamento per l’editoria stava all’esame della Commissione cultura. Abbiamo chiesto di approvarlo rapidamente. Per un anno non se ne è saputo nulla e anche ora, per la verità, si sa poco del suo destino. Vorrei sapere dal sottosegretario Bonaiuti che cosa ci può raccontare in materia, perché tutti noi insieme abbiamo chiesto con forza, e da tempo, la riforma dell’editoria e un nuovo regolamento”.
“Invece, con questa finanziaria abbiamo degli spezzoni punitivi se non sono contestualizzati in una riforma; e penso alla triste vicenda delle edicole. Permettetemi di tornare su un punto: i fondi saranno concessi dal Ministro dell’economia delle finanze, e non da regole certe e trasparenti. Questa è la fine del ruolo del Parlamento e del sistema delle regole, che diventano inutili di fronte alla discrezionalità, quella stessa discrezionalità che non ha consentito alcun innalzamento di spesa per la cultura che rappresenta lo 0,3 del prodotto interno lordo. È una vergogna per il Paese che possiede più del 50 per cento del patrimonio artistico mondiale”.
Luisa Anna Magri

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