Da qui la richiesta di un equo compenso avanzata al Comune che negli anni avrebbe realizzato e attuato i progetti depositati dall’uomo e dal padre addirittura al Dipartimento per l’informazione e l’editoria della presidenza del Consiglio dei ministri, dopo l’interesse mostrato dal Ministero dei lavori pubblici per le loro soluzioni. «Ci sono i presupposti per vincere», spiega Giacomo Leonelli. Mentre una squadra di professionisti del Comune, tra avvocati e ingegneri, è al lavoro per dimostrare l’insussistenza delle richieste. A partire da leggi nazionali e studi internazionali, per negare quindi la paternità delle rotatorie perugine all’uomo che magari le ha anticipate a Perugia ma a cui non sarebbe stata rubata nessuna idea. Tanto meno a scopo di lucro, come invece prevede l’articolo 99 della legge sul diritto d’autore a cui si appella l’avvocato.
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