Diritto d’autore. In vigore la Delibera dell’Agcom

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copyNon sarà la norma ammazza-blog contro cui hanno tuonato schiere di cyber-attivisti, ma la stretta contro la pirateria on line che entra in vigore da oggi, qualche problema rischia di causarlo. L’Agcom assicura che il giro di vite non colpirà gli utenti: nel mirino infatti ci sono le «violazioni di grande entità». Eppure, il meccanismo che tutela il copyright rischia di complicare la vita a chiunque carichi file in Rete.Che siano la canzone da dedicare alla fidanzata o il filmato del figlio accompagnato da una musica protetta dal diritto d’autore. L’obiettivo è spingere la crescita dei servizi legali: Spotify e simili hanno consentito alla musica di registrare nel 2013 dati positivi dopo molti anni. Lo stesso vale per i film, con iTunes e le nuove app «on the demand» a guidare l’offerta. E infatti imprese, Fmi, Fieg e Siae plaudono all’iniziativa. La delibera Agcom funziona così: chiunque, autore o proprietario di un’opera, da oggi ha la possibilità di segnalare gli abusi all’Autorità che, di volta in volta, può decidere se e come intervenire. Qui sorge il primo problema: come faranno gli operatori ad orientarsi nel mare di segnalazioni? Soprattutto, come riusciranno a muoversi su siti che cambiano in continuazione? Nel caso l’Autorità decida di partire con il provvedimento (ha 35 giorni di tempo dalla segnalazione per farlo), questo coinvolgerà sia i provider che garantiscono l’accesso a Internet sia quelli che ospitano il sito f nel mirino. Se uno dei due si muove, e recepisce le indicazioni, il caso si chiude. Altrimenti, via al dibattimento. Una volta stabilita la violazione, ci sono tre giorni per la rimozione del contenuto. Pochi, denunciano gli esperti di cyber-diritto. Se il file è caricato su un provider con sede all’estero l’Agcom imporrà un filtro per impedirne l’accesso. La sanzione per i colossi rischia di essere parecchio salata: fino a 250 mila euro.  Identificare i responsabili, però, è parecchio complesso. «Chi gestisce i commenti su un sito, chi un intervento su un forum o un post su un blog, chi un video su Youtube o un link diffuso su Facebook?», si chiedono gli specialisti del magazine Wired. Le nuove misure – messe a punto in partnership con la Fondazione Ugo Bordoni – debuttano dopo anni di polemiche e tra molte difficoltà. Sulla delibera pendono i ricorsi delle associazioni di media indipendenti e di alcune associazioni di consumatori, ma anche i big – Wind in testa – sono alla finestra. «Lo scopo dell’Autorità è andare a colpire fenomeni di pirateria di massa», garantisce il commissario dell’Agcom Antonio Nicita. Non basta per convincere gli scettici, che vedono uno spostamento di competenza: l’Autorità assume poteri che, in precedenza, erano di competenza della magistratura. «Per noi – dice l’avvocato Fulvio Sarzana – l’Agcom non ha le competenze in merito. Non c’è stata nemmeno un’analisi d’impatto né una verifica dei costi». (La Stampa)

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