Dire, Fnsi a valanga: “Niente fondi pubblici a chi licenzia”

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Alessandra Costante

Licenziamenti all’agenzia Dire, è scontro totale tra l’editore e la Fnsi. Il sindacato attacca: “Situazione inaccettabile, il governo non riconosca fondi a chi licenzia”.

Il botta e risposta all’esito della scelta dell’assemblea dei giornalisti dell’agenzia Dire che, dopo la conferma dei quindici licenziamenti, ha proclamato due giorni di sciopero. La Fnsi ha azzannato l’azienda: “Si è conclusa con un mancato accordo al Ministero la procedura di licenziamenti collettivi avviata dall’editore della Dire, Stefano Valore, che lascerà senza lavoro 15 giornalisti nonostante le risorse che riceverà dal governo. All’agenzia, infatti, dal 2024 arriveranno oltre 2 milioni di euro l’anno per un triennio, grazie al decreto per i servizi d’informazione da parte della pubblica amministrazione. Un’importante iniezione di risorse che però non è servita a scongiurare questo attacco a tutta la nostra categoria. Insomma, da una parte ci sono milioni di euro dal governo, che gli imprenditori si mettono in tasca, e dall’altra si riduce l’occupazione senza se e senza ma”. Fnsi spara a zero e tira in ballo gli editori tout court: “Tutto questo è inaccettabile tanto più che il presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti, continua a battere cassa chiedendo più soldi per l’editoria anche in questi giorni. Gli editori – incalza il sindacato – pensino a investire e a creare occupazione con questi fondi invece di volersi sostenere solo grazie allo Stato. I soldi pubblici non possono essere dati a chi mette alla porta i dipendenti, lasciando famiglie nell’incertezza. Nella trattativa con la Dire sono stati solo i sindacati a proporre alternative ai licenziamenti mentre l’azienda, affiancata dalla Fieg, ha seguito caparbiamente la strada dei tagli e della riduzione del personale”.

La Fnsi quindi ha proseguito: “È sempre disponibile a collaborare con gli editori per uscire dalla crisi che attanaglia il settore però solo in presenza di una controparte che sia costruttiva e che non abbia come unico obiettivo quello di ridimensionare le redazioni, colpire il lavoro e sostenersi coi soldi dei cittadini senza mai investire o proporre progetti innovativi. Domani e dopodomani i giornalisti della Dire saranno in sciopero: come sindacato li affiancheremo in ogni sede perché questi licenziamenti sono immotivati e illegittimi. Allo stesso tempo – conclude la Federazione della Stampa – invitiamo il governo a revocare ogni euro pubblico a chi licenzia. Da subito”.

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