DI TRAGLIA (PD), SURREALE DIBATTITO NOMINE RAI CHE SPETTANO A CDA

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”La stranezza non conosce confini.
Come nel caso del dibattito che si e’ innescato sulle nomine in Rai, in particolare di quelle a Raitre e al Tg3.
Sinceramente non so a chi, e con quale motivazione, sia venuta la surreale idea di ipotizzare il rinvio delle suddette nomine a dopo il congresso del Partito Democratico e chi sia stato eventualmente ad avallarla”. Lo afferma il responsabile Comunicazione della mozione Bersani, Stefano Di Traglia, in una nota.
”E’ curioso – continua Di Traglia – che a nessuno siano venute in mente le vere domande che bisognerebbe fare quando si e’ in prossimita’ di scelte di questo tipo. Coloro che hanno ricoperto questi ruoli meritano di restare? Hanno lavorato bene? Com’era la situazione al loro insediamento? E com’e’ ora? Hanno fatto fare passi avanti o passi indietro all’azienda? Il servizio pubblico e’ stato valorizzato o compresso? Tutto questo si chiama semplicemente valutazione del merito. Sono queste le domande a cui bisognerebbe dare risposte. La nostra opinione e’ pero’ chiara: le risposte non spettano ne’ alla politica, ne’ ai politici. Le risposte e le decisioni e i tempi per attuarle spettano per legge esclusivamente al Cda e al Direttore generale della Rai, in autonomia e responsabilita”’.

”Quanto alla Rai – sottolinea l’esponente del Pd -, il Partito Democratico piu’ in generale e coerentemente alla attuale governance dell’azienda, puo’ e deve farsi promotore di una grande discussione sul ruolo e sul futuro del servizio pubblico, sulla sua autonomia dalla politica, su come riorganizzarlo alla luce delle innovazioni tecnologiche, degli affollamenti pubblicitari, dei nuovi soggetti industriali che si affacciano su un mercato televisivo e delle telecomunicazioni in continuo movimento, che non ha ancora trovato un esito definitivo. Una situazione – conclude – che mette la Rai e i suoi competitor di fronte a dei rischi ma anche a delle grandissime opportunita’ in termini di sviluppo, occupazione e alleanze industriali su scala internazionale. La politica si occupi piuttosto di questo”

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