Editoria

Democrazia in crisi: per Mattarella si salva tutelando il pluralismo

La chiave per leggere il presente, per garantire un futuro alla democrazia, per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, è sempre la stessa: il pluralismo. Nel suo discorso di fine anno, seguito in diretta da quasi il 70% degli italiani, il Capo dello Stato ha parlato delle sfide che il sistema democratico si è trovato ad affrontare. Ha parlato delle opportunità, ma anche dei lati meno luminosi, dei progressi tecnologici. Ci ha ricordato che la democrazia è come una pianta, che va curata ogni giorno. E ci ha ammonito a guardarla, analizzarla sempre: i sintomi del male, purtroppo, si sono già affacciati e vanno combattuti. L’astensionismo non si combatte (solo) a suon di campagne pubblicitarie e spot progresso ma difendendo le voci di tutti, tutelando l’agorà pubblica, ricacciando le mire dei ricchi che con un algoritmo decidono chi ha diritto di parola e opinione e chi no.

“Quel che sta cambiando attorno a noi presenta un grande fascino – ha affermato Mattarella -. Le possibilità offerte dalle tecnologie digitali, l’intelligenza artificiale, l’idea di una connessione permanente che ci fanno sentire al centro del mondo. Tutto questo apre potenzialità straordinarie, positive, di grande valore, a condizione che non perdiamo la misura della nostra umanità. E la nostra umanità si esprime anzitutto in relazione. Nel vivere insieme agli altri. Nel condividere. Nel fare comunità”. Per il Presidente: “Le nostre democrazie hanno bisogno di questa umanità, di queste relazioni, di rinnovata partecipazione che torni ad animare e a dare valore allo spazio pubblico, alla dimensione comunitaria”. Ecco la prima parola chiave che Mattarella evidenzia, comunità. “È questa -ha aggiunto il Capo dello Stato- l’unica, impegnativa e concreta alternativa alle lacerazioni delle nostre società, allo svuotamento di senso, alla disaffezione, alle mille solitudini che abitano le nostre città. Leggo con queste lenti il crescente e preoccupante fenomeno dell’astensionismo, registrato nelle tornate elettorali da diversi anni a questa parte. Una democrazia senza popolo – ammonisce il Presidente –  sarebbe una democrazia di fantasmi. Una democrazia debole”.

Occorre, dunque, che il confronto, il dibattito, il dialogo sia vivace se si tiene alla democrazia: “È necessario operare per recuperare fiducia, adoperandosi prima di tutto, per ricostruire il rapporto tra persone e istituzioni. Perché le istituzioni vivono della partecipazione e dell’impegno personale. La democrazia non si esaurisce nelle sue procedure: è impegno, passione, senso della comunità, richiede che si contribuisca alle scelte, a ogni livello. Anche per questo è necessario sostenere il pluralismo, nelle articolazioni sociali come nell’informazione, non affidando soltanto alle logiche di mercato quel che è prezioso per la qualità della convivenza e per una piena cittadinanza”.

Luca Esposito

Recent Posts

Dall’Agcom solidarietà a La Stampa nel nome del pluralismo

L’Agcom ha fornito la solidarietà a La Stampa dopo gli attacchi alla redazione di una…

13 ore ago

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale

Mediaset trascina l’intelligenza artificiale in tribunale. La prima causa italiana di un editore contro l’Ai.…

13 ore ago

Per gli editori il paese di acquisto dei prodotti editoriali non è neutro ai fini Iva

Quando un editore italiano compra libri, giornali o periodici dall’estero, l’IVA non si applica sempre…

1 giorno ago

Nomine nel gruppo Cairo: Alberto Braggio nuovo ad di La7

Girano le poltrone nel gruppo Cairo: Alberto Braggio è il nuovo amministratore delegato di La7.…

2 giorni ago

Quando il pm non può frugare nel pc del cronista: la Cassazione difende le fonti dei giornalisti

In attesa che finalmente l’Italia recepisca in pieno il Regolamento European media freedom act, la…

2 giorni ago