DELIBERA AGCOM/UNA BATTAGLIA VINTA SOLO IN PARTE

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Il testo aggiornato della delibera è stato approvato ieri con sette voti favorevoli un astenuto (Michele Lauria) ed un voto contrario (Nicola D’Angelo). Eppure sembra che i punti salienti oggetto della protesta che ha coinvolto esponenti politici, blogger professionisti e associazioni di categoria alternatisi sul palco della “Notte delle rete” di martedì scorso, siano stati toccati solo formalmente ma non nella sostanza. Il processo di rimozione selettiva, da appurarsi «oggettivamente» da parte dell’Autorità non è stato infatti messo in discussione ma solo i tempi (ora più lunghi) da destinarsi al contraddittorio formale. L’Agcom ha dichiarato che sulla base del cd. «Fair use» la procedura non toccherà i «siti senza finalità commerciale e scopo di lucro» categoria che però risulta anche all’analisi di un non addetto ai lavori, fin troppo vaga ed approssimativa, ma si salva in corner specificando l’esclusione dallo schema di intervento dell’utenza del peer to peer. Il testo non parla però dei contenuti audiovisivi, ovvero i video creati dagli utenti privati su piattaforme di condivisione come YouTube e soggette alle licenze creative commons oltre a non specificare tecnicamente la procedura di rimozione di link all’interno di portali che richiedono manovre a dir poco complesse che potrebbero in parte sancire il blocco del sito, decretandone la morte, qualora gli introiti derivino dalle inserzioni pubblicitarie.
Intanto i primi commenti non si sono lasciati attendere, ed è la politica a fornire le prime impressioni sull’esito del Consiglio di ieri. Paolo Gentiloni (PD) ha affermato: «La delibera Agcom contiene alcune correzioni di rotta, ma non ancora il necessario punto di equilibrio tra tutela delle opere dell’ingegno e diritti di libertà della Rete». Parole più severe sono venute da Vincenzo Vita (PD): «Come volevasi dimostrare il tutto era già stato deciso. Qualche modifica c’è stata, parrebbe. Per rimuovere i contenuti verrebbero fatti alcuni «warning». Il periodo del contraddittorio passa a 15 giorni, anziché i 5 previsti. Poi, però, incombe la censura». Vita ritorna poi sull’urgenza di una moratoria invocando una discussione parlamentare: «Rimane intatto l’abnorme problema delle competenze, profilandosi un vero e proprio conflitto di attribuzione. Comunque, oggi è un brutto giorno per la libertà della Rete. E’ a quest’ultima ora e al Parlamento che deve passare la parola». Antonio Di Pietro (Idv) ribadisce: «All’Agcom resta un potere di rimozione dai siti web dei contenuti, su valutazioni discrezionali, con sanzioni che arrivano a 250 mila euro». Più cauta è Giorgia Meloni, ministro della Gioventù: «Ci sono aspetti molto positivi nel regolamento appena approvato, ma ritengo che meriti un approfondimento il complesso meccanismo individuato per indurre la rimozione dei contenuti coperti da diritto d’autore». Positivo, come c’era da aspettarsi, il commento di Corrado Calabrò: «Abbiamo messo a punto un testo attentamente riconsiderato, dal quale sono state eliminate ambiguità e possibili criticità, fugando così qualsiasi dubbio sulla proporzionalità e sui limiti dei provvedimenti dell’Autorità e sul rapporto tra l’intervento amministrativo e i preminenti poteri dell’Autorità giudiziaria. L’articolato verrà ora sottoposto a una nuova consultazione pubblica che prevede un ampio termine per far pervenire osservazioni e suggerimenti».

Manuela Avino

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