Ddl intercettazioni. Tutte le novità del Provvedimento in tema di censura e blog

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internetUn polverone a livello mediatico, nelle piazze e sul web. Lo sta sollevando l’ormai celebre ddl sulle intercettazioni, tornato in voga a seguito delle note vicende giudiziarie che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio Berlusconi. Nessun atto potrà essere reso pubblico durante le indagini, le telefonate resteranno segrete nei contenuti e nella forma, sarà eliminata la mediazione dell’udienza filtro, gli atti del PM verranno pubblicati solo prima della sentenza di appello: questi i punti salienti del testo proposto nel 2009 dall’allora Ministro della Giustizia Angelino Alfano. Secondo Enrico Costa, capogruppo della Commissione di Giustizia, non ci saranno problemi in fase procedurale, perché il decreto ha già superato la doppia lettura Camera/Senato e non ha bisogno, quindi, di modifiche in relazione alle parti identiche.
La priorità del Governo è quella di approvare celermente il provvedimento, in barba ai tempi di revisione. Lo sottolinea proprio il ministro della Giustizia Nitto Palma: «La priorità è quella di fare in fretta. Se poi saranno possibili piccole modifiche in corso d’opera, ben vengano. Ma non bisogna ritardare i tempi». Nitto Palma parla di piccole modifiche in un testo zeppo di controversie, a livello etico e giuridico. Il Governo spera di approvare il decreto entro due settimane, ma vanno prima concordate le proposte con l’opposizione. Fino ad allora saranno in molti a cercare di ostacolare un provvedimento che potrebbe ledere la libertà di informazione, protetta dall’articolo 21 della Costituzione. La prima manifestazione di protesta si è svolta ieri, dalle 15 a 18, a Roma, mentre per il 15 ottobre scenderanno in piazza circa 14.000 persone e contro la cosiddetta “norma ammazzablog”. Si tratta del famigerato comma 29 del provvedimento che complica la vita a tutti gli internauti. Viene esteso ai «siti informatici» l’obbligo della rettificare previsto dalla legge sulla stampa sulla base di una semplice richiesta da parte di soggetti che si ritengano lesi dal contenuto pubblicato: «Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono».Trascorso detto termine, il ddl prevede sanzioni fino a 12.500 euro. Se anche i blog verranno inclusi nella definizione di «siti informatici» saranno obbligati alla rettifica. Il gestore del blog non potrà giustificare il mancato pagamento della multa sostenendo di essere stato lontano dalla rete per 48 ore, al massimo potrà impugnare la multa davanti al giudice dovendo dimostrare la sussistenza di una situazione di impossibilità sopravvenuta per la quale non è responsabile. La norma è destinata a creare grande caos nell’ordinamento giuridico, per le situazioni controverse cui dà origine a causa delle diverse, possibili, interpretazioni.
Per ora non mancano le manifestazioni di dissenso, soprattutto sul web:
su Facebook 32.000 persone si sono iscritte al gruppo «Salva i blog», caratterizzato da uno slogan palesemente bellicoso: «Attenti, questa è la goccia che può far traboccare il vaso, si tratta di una dichiarazione di guerra alla Rete e noi non ci tireremo indietro». Ma se gli utenti di Facebook sono sul piede di guerra, certamente quelli di Twitter non stanno a guardare. Anche sul social network di San Francisco gli users sono in fermento, e nelle chatroom private si discute sul modo migliore per mettere in pratica plateali gesti di protesta, per «mettere in ginocchio chi di censura vuole ferire». Persino gli hackers sono scesi in campo, intenzionati a pianificare vari interventi dimostrativi online.
Un esercito reale e virtuale si sta opponendo all’ennesima decisione scellerata di chi ci governa. Forse, tra polveroni e piogge di critiche, il vento sta davvero cambiando. Ma basterà per scatenare una tempesta?
Luana Lo Masto

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