DDL INTERCETTAZIONI IN AULA ALLA CAMERA. PD, E’ LEGGE AD CRIMINEM

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Il disegno di legge sulle intercettazioni approda in Aula alla Camera per la discussione generale. Partito Democratico e Italia dei Valori affilano le armi per la prima battaglia, quella sulla costituzionalità del testo, ma l’unica apertura ad un miglioramento del ddl arriva dalla relatrice Giulia Bongiorno. Il governo invece, ieri, rappresentato in Aula dal sottosegretario alla Giustizia Giacomo Caliendo, difende a spada tratta un provvedimento che disciplina le intercettazioni che ormai “sono diventate strumento di lotta politica e non di ricerca della prova”.
Due i punti più contestati del ddl: quello del presupposto dei “gravi indizi di colpevolezza” per ottenere l’autorizzazione alle intercettazioni e il divieto di pubblicare tutti gli atti di indagine, anche per riassunto e anche se non coperti da segreto. “Il ddl introduce norme molto dannose per la sicurezza dei cittadini”, attacca la capogruppo del Pd in commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti. “Dopo le leggi ‘ad personam’ adesso il governo passa alle ‘leggi ad criminem'”. Per Antonio Di Pietro si va “verso uno Stato di Polizia, perché si potrà arrestare chi si vuole senza che il cittadino lo venga a sapere. Grazie ad una informazione non sufficiente non si vuole far sapere ai cittadini quel che accade, quello che sono molti rappresentanti delle istituzioni. Questa legge non serve ad assicurare la privacy ma solo all’impunità dei potenti”.
Contro la norma che “avrebbe l’effetto di espropriare i cittadini del diritto costituzionale ad essere informati in modo corretto, compiuto e tempestivo eliminando così la loro possibilità di verificare, nel bene e nel male, il funzionamento della magistratura” manifesteranno stamattina giornalisti ed editori insieme in una iniziativa presso la sede dell’Fnsi in corso Vittorio Emanuele a Roma. “Il governo – scrive l’Unione Cronisti in una nota – in un solo colpo vorrebbe cancellare gli articoli 21 e 101 della Costituzione”.
Che quel divieto di pubblicazione degli atti di indagine sia troppo rigido lo riconosce anche la relatrice Bongiorno, che in Aula invita a “riflettere se non sia il caso di permettere la pubblicazione per riassunto degli atti di indagine”. Con la norma prevista dal ddl “si comprime eccessivamente il diritto di cronaca”. E poi secondo la relatrice “una dilatazione delle indagini potrebbe precludere la possibilità di fornire informazioni di pubblica utilità”. Insomma Bongiorno auspica che “si arrivi celermente alla riforma che aspettiamo da anni per tutelare il diritto alla riservatezza” ma “il testo può essere migliorato”.
La battaglia in Parlamento riprenderà a marzo, dopo lo stop dei lavori parlamentari della prima settimana, e con i tempi contingentati e quindi più rapidi. Pd e Idv assicurano che daranno filo da torcere alla maggioranza mentre più disponibile è l’Udc, per cui “la riforma sulle intercettazioni è indispensabile e attesa dal Paese”.

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