DDL INTERCETTAZIONI ALLA CAMERA MENTRE MONTA LA PROTESTA: WIKIPEDIA SOSPENDE IL SERVIZIO

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Approda alla Camera il disegno di legge sulle intercettazioni (A.C. 1415-C), fortemente voluto dalla maggioranza sull’onda delle inchieste che hanno coinvolto Silvio Berlusconi. Il Pdl intende emendare in senso restrittivo il provvedimento già approvato in commissione più un anno fa. Ma la relatrice, la finiana Giulia Bongiorno, minaccia di togliere la firma qualora si dovesse arrivare al black out totale sulla diffusione delle intercettazioni. Intanto si segnala la prima protesta ad effetto per le norme che riguardano le rettifiche obbligatorie. Il sito italiano di Wikipedia, la più diffusa enciclopedia on line, ha deciso la sospensione del servizio.

Il testo del Senato prevedeva un divieto assoluto di pubblicazione, anche parziale, per riassunto o nel contenuto, delle intercettazioni e dei dati riguardanti il traffico telefonico o telematico sino alla conclusione delle indagini preliminari ovvero al termine dell’udienza preliminare. Il testo della Commissione – a seguito dell’approvazione di un emendamento del Governo – prevede che l’obbligo del segreto operi fino alla conclusione della “udienza stralcio”; tale udienza, da fissarsi entro 45 giorni dalla trasmissione degli atti dal PM al tribunale, è finalizzata all’acquisizione delle conversazioni che non appaiono manifestamente irrilevanti e allo stralcio delle registrazioni e dei verbali di cui è vietata l’utilizzazione.
In ogni caso, è vietata la pubblicazione delle intercettazioni di cui sia stata ordinata la distruzione o riguardanti fatti, circostanze e persone estranee alle indagini.
Il provvedimento introduce inoltre il divieto di pubblicazione e di diffusione dei nominativi e dell’immagine dei magistrati per procedimenti loro affidati, salvo che, ai fini dell’esercizio del diritto di cronaca, la rappresentazione dell’avvenimento non possa essere separata dall’immagine del magistrato ovvero nei casi in cui il giudice abbia autorizzato le riprese audiovisive dei dibattimenti.
La violazione dei divieti di pubblicazione dà luogo a responsabilità penale e disciplinare:
– reclusione da sei mesi a tre anni per la pubblicazione di intercettazioni di cui è stata ordinata la distruzione o riguardanti fatti, circostanze e persone estranee alle indagini;
– aumenta la pena per il reato di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale (con un’aggravante se la pubblicazione riguarda intercettazioni) e reca un’analoga sanzione per la violazione del divieto di pubblicazione dei nominativi e dell’immagine dei magistrati.
Con riferimento ai profili disciplinari, il disegno di legge prevede la sospensione cautelare dal servizio o dall’esercizio della professione fino a tre mesi; la sospensione è disposta da parte dell’organo titolare del potere disciplinare.
Il testo della Commissione, infine, interviene sulla disciplina della responsabilità dell’editore conseguente alla violazione dei divieti di pubblicazione, in particolare circoscrivendo tale responsabilità, nel caso di pubblicazione arbitraria di atti di un procedimento penale, alle ipotesi di pubblicazione di intercettazioni ritenute irrilevanti dal PM o dal giudice e inserite nell’archivio riservato istituito dal disegno di legge.

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