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DALLA RELAZIONE ANTITRUST: LE MAGAGNE DELLA TELEVISIONE

Televoti truccati, finti telequiz, messaggi pubblicitari ingannevoli. Di questo ed altro si parla nella parte dedicata alla televisione della relazione 2011 Antitrust. Andiamo con ordine.
Il televoto , come tutti sanno, è un servizio a pagamento usato nei concorsi a premi per stimolare l’interattività tra spettatori e televisioni. Rai e RTI (società del gruppo Mediaset) hanno alterato il meccanismo del sistema in occasione di due dei loro più famosi programmi. Per quanto riguarda la Rai, la trasmissione in esame è il Festival di Sanremo 2010. Per l’Antitrust ci sarebbe stato un invio massivo di voti da parte di operatori specializzati, sia tramite reti fisse che attraverso SMS. La stessa infrazione commessa da RTI nelle votazioni del Grande Fratello. Gli articoli violati sono il 20 e il 22 del Codice di Consumo, dedicati alle omissioni ingannevoli ai danni dei consumatori.
RTI e SKY sono accusati di aver danneggiato i clienti intenzionati a recedere dalle offerte televisive. Nello specifico, RTI ha adottato comportamenti dilatori che hanno allungato ingiustificatamente i termini previsti per la recessione. Mediaset ha violato gli art. 25 e 26 del Codice di Consumo, che hanno ad oggetto le pratiche commerciali aggressivi. SKY ha fatto peggio, mettendo in atto una condotta ostruzionistica contro alcuni clienti. Per l’Antitrust, la tv satellitare avrebbe indicato ai call center di non fornire ai clienti le informazioni per la cessazione dei servizi.Un’altra sanzione è arrivata alla tv di Murdoch per aver reso obbligatoriamente a pagamento i servizi di assistenza per la clientela, in violazione dell’art. 25, comma d del Codice del Consumo.
Un altro filone seguito dall’Autorità riguarda i falsi telequiz, creati in realtà per pubblicizzare contenuti multimediali per telefoni cellulari. Ce ne sono stati due nell’ultimo anno: “Quiz Time”, su Canale Italia, e “Giocare”, realizzato dalla società DPMobile per più emittenti televisive. In entrambi i casi le chiamate telefoniche mandate in onda durante i programmi sono state effettuate dai produttori delle trasmissioni.
Sanzioni in tema di messaggi ingannevoli sono state comminate a Rai, SKY e alla defunta Dahlia TV. Quest’ultima è stata multata per aver lasciato intendere che il proprio servizio continuasse a rimanere attivo, pur essendo consapevole del contrario. SKY ha divulgato false informazioni sull’offerta Christmas Box, proposta nel Natale 2010. Per l’Antitrust la convenienza dell’offerta è stata eccessivamente enfatizzata e, al contrario, non sono state riportate con accortezza alcune avvertenze fondamentali per la giusta fruizione del servizio. La Rai ha fatto intendere che il numero riservato alla clientela per informazioni sul canone fosse gratuito, quando in realtà era a pagamento.

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