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Dal PSI nuovo DDL per eliminare i contributi all’editoria

“È veramente deludente l’ammissione del Governo, secondo cui al momento non si dispone di informazioni specifiche in ordine alle politiche retributive seguite dalle aziende editoriali – dichiara il senatore Enrico Buemi, Capogruppo Psi in commissione Giustizia, in merito alla risposta del sottosegretario Legnini ad un’interrogazione in Commissione del presidente Mucchetti – ovvero di notizie circa la previsione di particolari sistemi di incentivazione collegati ai processi di ristrutturazione. Visto che finora a questi processi sono stati collegati finanziamenti pubblici, è l’efficacia stessa dei contributi all’editoria che viene ad esserne seriamente messa in discussione.”
“Il metodo con cui sono stati gestiti i fondi ai giornali deve essere decisamente ripensato, anzitutto eliminando quei contributi diretti – continua il senatore socialista – che rappresentano un’elargizione a pioggia priva di qualsiasi reale utilità. A questo scopo il gruppo socialista del Senato ha proposto il disegno di legge n. 1236 (Nuove forme di sostegno all’editoria ed abolizione dei contributi diretti ai giornali), nell’ambito del quale si elimina anche la sorprendente elargizione – a spese dello Stato – della sede della sala stampa estera a Roma.”
“La richiesta di una ‘condizionalità’ nell’erogazione dei futuri finanziamenti pubblici all’editoria,  avanzata dal senatore Mucchetti, non può prescindere dalla presa d’atto della diffusa incapacità di controllare il numero di copie millantate e le opacità sui resi cartacei – afferma Buemi – le deficienze amministrative del passato hanno fatto di tutto ciò una sinecura, che ha esentato alcuni grandi imprenditori dal confronto concorrenziale, rendendo il mercato asfittico per centinaia di piccole iniziative editoriali.
“Occorre mettersi definitivamente alle spalle questo kombinat politico-imprenditoriale – conclude Buemi – ciò deve avvenire, come propone il Psi, sia liberando risorse pubbliche per scopi più nobili, sia eliminando un importante ostacolo per i nuovi ingressi nel mercato editoriale.”

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