Francesco Totti che dice “Mia figlia mi ha chiesto di difendere gli alberi”, i leader politici impegnati nella campagna elettorale che puntano sulla green economy e promettono una vera rivoluzione energetica; gli Usa di Obama che aderiscono al protocollo di Kyoto e tagliano del 30% le emissioni di anidride carbonica, la Cina che abbandona le fonti fossili.
Questa mattina almeno 100 mila romani saranno rimasti increduli leggendo queste notizie su un’edizione “verde” del quotidiano ‘Metro’. Ed infatti erano copie facsimile, quasi identiche all’originale, del “giornale dei sogni”, con “le notizie che vorremmo leggere”, spiega Greenpeace che ha messo in atto questo nuovo blitz nelle principali stazioni ferroviarie e della metropolitana della Capitale. In ultima pagina, l’associazione spiega ai lettori: “Il giornale che hai appena letto è troppo bello per essere vero”.
Notizie vere miste ad altre che gli ambientalisti vorrebbero fossero realtà. Ma “ancor più – spiega Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace – vorremmo denunciare come i temi ambientali siano completamente assenti dalla campagna elettorale e poco trattati, in questo periodo, dai media”.
Da due mesi siamo impegnati a chiedere ai leader politici e ai partiti una risposta a 9 semplici quesiti sul futuro energetico del Paese. Quando parliamo di energia parliamo di un pezzo centrale dell’economia, ma anche di ambiente, salute pubblica, lavoro. Queste stesse domande, insieme a Greenpeace, le hanno poste – su
www.IoNonViVoto.org
– oltre 50 mila italiani che hanno firmato la nostra petizione. Molti politici ci hanno risposto, alcuni prendendo impegni importanti. Da Bersani, Monti e Berlusconi invece solo un silenzio pieno di indifferenza conclude Boraschi.
Sono veri, afferma Greenpeace, i dati pubblicati sulla mortalità prematura causata dalle centrali a carbone in Italia (570 casi l’anno), quello sui risparmi garantiti dalle rinnovabili in termini di mancate importazioni di fonti fossili (fino a 10 miliardi di euro l’anno, agli attuali livelli produttivi), quello sul potenziale occupazionale delle fonti pulite.
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