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Crisi Unità. Renzi boccia ‘doppio quotidiano’ e mira a riassetto

La doccia fredda arriva quasi alla fine dell’intervento all’assemblea del Pd: tra ‘L’Unita” ed ‘Europa’ uno e’ di troppo, il partito non puo’ permettersi piu’ il ‘doppio’ quotidiano. Lo dicono i conti che, come emerso dalla direzione sul bilancio del 2013, non sorridono al Nazareno. E lo dice, soprattutto, Matteo Renzi all’assemblea Democrat. Con parole chiare che, ai diretti interessati suonano sorprendenti: “Noi abbiamo bisogno di mettere insieme e ripartire, non piu’ permettendoci due giornali diversi”. Le parole del segretario, spiegano esponenti del Nazareno, spingono il cuore oltre l’ostacolo. Ma l’idea effettivamente circola ed e’ quella di un riassetto nel team mediatico del Pd, che conserverebbe all’Unita’ il ruolo di giornale cartaceo del partito, com’e’ fin dal fondatore Antonio Gramsci, e affiderebbe a Europa il campo del web, dove il quotidiano piu’ ‘giovane’ e’ molto cresciuto negli ultimi anni. Circola in ambienti dem anche l’ipotesi di un accorpamento delle due redazioni e di un coinvolgimento nell’operazione anche di Youdem. Ma allo stato, viene sottolineato, non c’e’ ancora nulla di concreto. Dal palco dell’assemblea del Pd che festeggia il 40% alle europee, Renzi rilancia anche il ‘brand’ delle feste dell’Unita’. “La tradizione non va messa nel Museo delle cere, ma e’ un investimento per il futuro. Dobbiamo tutelare il nostro brand, tornare a chiamare le nostre feste ‘feste dell’Unita”” e non piu’ ‘feste democratiche’, come volle Walter Veltroni al momento della nascita del Pd. Il segretario da’ un’occhiata alla platea e scherza: Lorenzo Guerini, vicesegretario e ‘uomo macchina’ del partito, “ora applaude, ma sappiate che l’applauso e’ finto. Ieri quando gliel’ho detto, ha avuto bisogno dei sali”. Nel Pd l’idea di rispolverare il ‘marchio’ delle feste dell’Unita’, mai del tutto andato perso in questi anni, piace. Molto meno piacciono invece le idee del premier ai due giornali di partito, che accolgono la frase che li riguarda con un minimo di sorpresa e sconcerto. “No, quel passaggio non me l’aspettavo”, dice il direttore di Europa Stefano Menichini, che invita a non ridurre tutto a un ‘derby’ tra le testate. In gioco, osservano da entrambe le redazioni, ci sono posti di lavoro ma anche due linee editoriali che al momento paiono difficilmente sovrapponibili. (ANSA)

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