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Crisi tv locali. Che fine ha fatto l’LCN?

Ricorsi alle normative, gradi di giudizio, sentenze, ricorsi alle sentenze, determine, sospensive, discussioni nel merito, provvedimenti di prosecuzione, ecc. ecc. che in sostanza hanno prodotto un solo risultato: la normativa sulla numerazione dei canali (LCN), la famosa delibera AGcom 366/10/CONS, nonostante annullata da Tar e Consiglio di Stato perché “non equa e discriminatoria”, resta in vigore e continua a produrre danni al comparto delle tv locali. Il 10 aprile scorso il Consiglio di Stato, con due ordinanze emesse in sede cautelare, ha sospeso gli effetti della sentenza del 2013 con cui lo stesso Consiglio di Stato  aveva annullato in parte il piano LCN approvato con delibera 237/13/CONS, affermando che AGCOM non si era uniformata a quanto stabilito in precedenti sentenze della medesima corte e  aveva dato incarico ad un Commissario ad acta di “riscrivere” le regole in materia di LCN dando attuazione a quelle sentenze cui AGCOM non avrebbe invece ottemperato. L’effetto delle due ordinanze è ora quello di sospendere gli effetti degli atti finora adottati dal Commissario ad acta (che nel frattempo aveva predisposto una nuova bozza di piano LCN e lanciato una consultazione pubblica su tale bozza) e di “congelare” il quadro attuale fino alla decisione definitiva, che sarà assunta non prima del 17 luglio 2014, quando il Consiglio di Stato esaminerà la questione nel merito. Le decisioni del Consiglio di Stato sono inappellabili, ma qualora la corte sia incorsa in un errore di fatto, si può chiedere la revocazione della sentenza che è stata condizionata da tale errore.  AGCOM e MTV hanno proposto ricorso per revocazione avverso la sentenza del 2013, sostenendo che la corte abbia fondato la sua decisione su dati errati circa le abitudini degli spettatori (in particolare con riferimento al posizionamento dei canali locali prima dello switch off) e che senza tale travisamento di dati di fatto la corte non avrebbe ritenuto AGCOM inottemperante alle sentenze del 2012. Il Consiglio di Stato deciderà sul merito dei ricorsi per revocazione a luglio 2014; in attesa di tale decisione, ha sospeso gli effetti della propria sentenza del 2013 (con cui lo stesso Consiglio di Stato aveva considerato AGCOM inottemperante e aveva nominato il Commissario ad acta) e gli effetti degli atti che nel frattempo sono stati adottati dal Commissario ad acta, inclusa la consultazione pubblica che si sarebbe dovuta svolgere nel corso dell’aprile 2014.  Per la prossima puntata, appuntamento al 17 luglio 2014.

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