CRISI SPOT, SKY E DIGITALE: ECCO I PRIMI IMPEGNI DEL NUOVO CDA DELLA RAI

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La gelata negli introiti pubblicitari, i rapporti con Sky, i nuovi investimenti per il digitale terrestre, gli avvicendamenti in alcune caselle chiave: sono i dossier che dovrà affrontare il nuovo vertice Rai una volta che sarà formalizzata, dopo quella del cda, anche la nomina del nuovo direttore generale, in vista la prossima settimana con Mauro Masi candidato forte per questo ruolo.
I CONTI E LA CRISI DEGLI SPOT.
Dopo i tagli da 110 milioni decisi dal precedente cda per il budget 2009, il dg uscente Claudio Cappon ha varato una ‘manovra aggiuntiva’ da 60-70 milioni: “ulteriori sacrifici” per far fronte al peggioramento del quadro economico – interventi che il nuovo vertice dovrà gestire – dopo la gelata di fine anno che ha provocato una contrazione della raccolta pubblicitaria intorno al 4% (pari a una perdita di circa 40-50 milioni). Grazie alle correzioni la spesa, la Rai – che non ha debiti – dovrebbe chiudere il 2008 con risultati in equilibrio: si parla di un sostanziale pareggio o comunque di un rosso inferiore ai 10 milioni.
LE NOMINE.
Sono sempre tra i capitoli più caldi a ogni cambio di management. I rumors parlano di uno o più vicedirettori generali – tra i nomi circolati nei giorni scorsi, quelli di Antonio Marano, Guido Paglia, Gianfranco Comanducci, Lorenza Lei e del vice dg uscente Giancarlo Leone – ma soprattutto di avvicendamenti alla guida di testate e reti. Tra le caselle più importanti, il Tg1, per il quale sarebbero in corsa Maurizio Belpietro e Mauro Mazza, e Raiuno, la cui direzione è ancora ad interim nelle mani di Fabrizio Del Noce, anche responsabile di Rai Fiction dalla scorsa estate.
LA GUERRA DELLE PIATTAFORME.
Si combatte a colpi di star – come Sky che punta sempre più sull’intrattenimento e sui big, da Fiorello a Lorella Cuccarini e (forse) ad Adriano Celentano – ma anche di accordi commerciali. A fine giugno scade il contratto per i canali di Rai Sat, che frutta a Viale Mazzini tra 50 e i 60 milioni di euro: sarà l’occasione per la tv pubblica per decidere se restare sul satellite anche con i canali generalisti o puntare tutto su Tivù, la nuova piattaforma satellitare creata con Mediaset e Telecom Italia Media, che sarà operativa a giugno. Per lasciare le mani libere al nuovo vertice, il vecchio ha disdetto il contratto che obbligava l’azienda a usare la tecnologia di criptaggio Nds di Sky. Intanto la tv di Murdoch ha chiesto di inserire Rai 4, gioiellino del digitale terrestre, nel bouquet satellitare.
LO SVILUPPO DEl DIGITALE.
La Rai si è rilanciata sul digitale terrestre con nove canali (e Rai 5 in arrivo in autunno) e sul web. Servono però nuovi investimenti, stimati in 150 milioni, per il cammino verso lo switch off, che quest’anno coinvolgerà anche Piemonte (il passaggio è previsto tra maggio e ottobre), Lazio (tra giugno e novembre) e Campania (tra settembre e dicembre). Un po’ di ossigeno è arrivato con l’aumento del canone 2009 (da 106 a 107,5 euro), che porterà circa 25 milioni in più, ma resta il problema dell’evasione intorno al 27%: un fronte sul quale il governo è pronto a impegnarsi, per esempio agganciando la tassa ad altri parametri.

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