CRISI EDITORIA. BARISERA CHIUDE LA SUA EDIZIONE CARTACEA

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L’Associazione della Stampa di Puglia e’ vicina ai colleghi di Barisera, che da oggi cessano le pubblicazioni del giornale cartaceo, proseguendo l’attivita’ soltanto on line. La chiusura di un giornale e’ sempre una brutta notizia perche’, a prescindere dalle opinioni e dalla linea della testata, priva i cittadini di una voce, riducendo gli spazi di pluralismo dell’informazione, che rimane il principale pilastro di ogni vera democrazia. Oltre che esprimere solidarieta’ ai giornalisti e alle maestranze, che pagano sulla propria pelle gli effetti di una crisi che sta assumendo contorni sempre piu’ devastanti, il sindacato dei giornalisti pugliesi non puo’ fare a meno di stigmatizzare l’atteggiamento del governo nazionale, e nella fattispecie del Dipartimento per l’editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, rimasto sordo a qualsiasi tipo di sollecitazione a chiarire la posizione di Barisera per l’accesso ai contributi per l’editoria in cooperativa. Ai giornalisti di Barisera, che in quanto cooperativa sono editori di se stessi e ai quali va l’augurio di ritornare presto in edicola, non e’ stata data la possibilita’ di conoscere ufficialmente, attraverso comunicazioni formali e scritte, lo stato della loro pratica di finanziamento. Cosi’, di fronte al silenzio del governo, che nel frattempo ha drasticamente ridotto le provvidenze per l’editoria, hanno deciso di sospendere le pubblicazioni per non accumulare altri debiti. Il sindacato dei giornalisti, a tutti i livelli, non ha mai avallato la concessione di finanziamenti a pioggia, ma ha sempre chiesto che l’erogazione delle provvidenze pubbliche avvenisse secondo regole ispirate al rigore e alla trasparenza e che tutti gli abusi fossero perseguiti e sanzionati. La politica del governo nazionale, sia per l’editoria assistita sia per l’emittenza locale, punta invece a strangolare le aziende, attraverso una spietata selezione naturale innescata da lungaggini burocratiche, silenzi e rinvii, volti soltanto a far slittare il piu’ possibile l’erogazione dei contributi, ormai ridotti al minimo storico. (agi)

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