Barachini dichiara guerra alla pirateria. Il sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri con delega all’editoria ha le idee chiare. E, durante il suo intervento ieri alla Sala Regina della Camera dei Deputati in occasione della presentazione della relazione annuale dell’Auditel, ha pronunciato parole importanti che sanno di assunzione di impegno e responsabilità. Per Barachini, bisogna lottare contro la pirateria. E poi sostenere le piattaforme che fanno informazione seria e affidabile.
Le parole di Barachini suonano nette: “Sulla lotta alla pirateria digitale che costituisce un’ulteriore minaccia alla sostenibilità del settore editoriale, è stato fatto un importante passo in avanti con l’approvazione da parte della Camera di un disegno di legge, che ora dovrà passare al Senato e che rafforza le tutele e il sistema sanzionatorio e rende più efficaci e rapide le risposte dell’Autorità, anche attraverso una procedura d’urgenza”. Si tratta, spiega il sottosegretario di: “Un provvedimento che era stato già presentato nella scorsa legislatura e che questa nuova maggioranza sta conducendo in porto nel giro di pochi mesi, ritenendola una questione di enorme rilevanza che richiede risposte rapide”. Barachini evidenzia inoltre “l’organizzazione di specifiche campagne di comunicazione al fine di informare e sensibilizzare il pubblico sul valore della proprietà intellettuale e per contrastare le violazioni del diritto d’autore”. Quindi promette: “Il mio Dipartimento, che ha un ruolo centrale e di coordinamento dell’attività di comunicazione istituzionale è pronto a dare il proprio contributo qualificato in tale direzione”.
Secondo il sottosegretario, poi, occorre che “editori e piattaforme” collaborino “perché siano premiate le fonti accurate, affidabili e le notizie di interesse collettivo che favoriscono la partecipazione alla vita pubblica e sociale, anziché il sensazionalismo, il gossip e la disinformazione”. Secondo Barachini si tratta di un impegno ineludibile: “Il mio Dipartimento vuole porsi come un ponte per facilitare il dialogo tra editori e piattaforme online, nell’interesse di tutti, ma soprattutto della parte oggi più debole, che sono i nostri media nazionali. E sarebbe, a mio avviso, auspicabile che questi possano avere accesso gratuitamente ai dati raccolti dalle piattaforme online sull’utilizzo dei loro contenuti, ovviamente in conformità al quadro giuridico esistente in materia di privacy e data protection, al fine di poter offrire agli utenti un’esperienza ottimale e migliorare i propri servizi, considerata l’importanza che l’informazione riveste per la salute della nostra democrazia”.
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