COPYRIGHT/L’ITALIA RIFIUTA IL MODELLO HADOPI ED OPTA “SOLO” PER LA RIMOZIONE SELETTIVA DEL MATERIALE ILLECITO

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E’ quanto sostenuto di recente dal consigliere Agcom, Stefano Mannoni, ma potrebbe essere vero solo in parte. Secondo il parere del commissario per le infrastrutture e le reti dell’Autorità, Stefano Mannoni, il procedimento amministrativo a tutela del Diritto d’Autore sui mezzi di comunicazione elettronica, fondato sullo schema “automatico” segnalazione-verifica-eventuale provvedimento inibitorio, risponderebbe pienamente all’esigenza di trovare un equilibrio tra le prerogative degli utenti della Rete ed il rispetto della Legge e della proprietà intellettuale. L’Hadopi, sempre secondo l’esperto, non garantirebbe al contrario i diritti dell’utente. Eppure facendo i dovuti confronti, i due casi non risulterebbero poi tanto distanti. In Francia la Legge istitutiva dell’Alta Autorità per la diffusione delle opere a protezione dei diritti su Internet (Hadopi) attuerebbe una procedura denominata di “risposta graduale” articolata in tre fasi, e cioè l’invio di un avviso tramite e-mail al responsabile della violazione, la spedizione di una lettera raccomandata (in caso di reiterazione nel corso del monitoraggio attuato per un anno) ed infine la denuncia alla procura. Il sistema francese, in realtà, se si differenzia da un punto di vista procedurale da quello proposto dall’Agcom in Italia, vi si avvicina molto quanto a grado di invasività e controllo concesso ad un ente amministrativo sull’uso privato del mezzo internet da parte dei navigatori.
Manuela Avino

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