Secondo l’Istituto Bruno Leoni una vera riforma è attuabile introducendo lo statuto unico degli ordini professionali in competizione, di chiara matrice inglese. In un paper pubblicato dall’istituto intitolato “Le professioni intellettuali” a cura di Silvio Boccalatte, verrebbe in tal modo prospettata una soluzione alla riorganizzazione del sistema di accesso alle libere professioni (compresa quella giornalistica) che altrimenti continuerebbe a fungere da “ostacolo alla concorrenza, alla competitività dei professionisti italiani rispetto ai colleghi stranieri, all’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, al miglioramento della qualità dei servizi professionali e alla tutela della deontologia professionale”. l’Ibl propone, in sostanza, di attribuire a ciascuna professione più associazioni di tipo ordinistico dotate di uno statuto che ingloberebbe alcuni requisiti minimi stabiliti per legge ma con la libertà di fissare specifiche regole interne su questioni come la politica tariffaria, il rigore deontologico, gli standard delle prestazioni professionali, l’impostazione ideologica ed i rapporti con la clientela. Verrebbe altresì abolito il valore legale del titolo di studio, lasciando però intatto l’obbligo di iscriversi ad uno degli ordini per esercitare la professione. Un aspetto, questo, che ad ogni modo contrasta con la prassi inglese che non prevede alcun obbligo di adesione da parte dei professionisti britannici liberi di associarsi o meno al solo scopo di certificare la qualità del proprio lavoro alla clientela.
(Il Sole24Ore)
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