Contributi all’Editoria, File e Alleanza Cooperative scrivono all’Agcom

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Contributi all’editoria, la File e l’Alleanza delle Cooperative scrivono un appello all’Agcom. Nella lettera, firmata da Roberto Paolo per la Federazione italiana dei liberi editori e Roberto Calari, responsabile per l’Aci, si legge la richiesta d’aiuto del comparto dell’editoria cooperativistica e del no-profit che rischia il collasso.

“La segnalazione urgente al Governo in relazione al mancato rinnovo della convenzione del servizio pubblico radiofonico con Radio Radicale rappresenta un elemento fondamentale per la tutela del pluralismo. E da tale angolo visuale, l’attenzione dimostrata da parte dell’Autorità di garanzia rispetto ad atti del Governo, nell’ambito delle rispettive competenze istituzionali, rappresenta un momento di vera garanzia delle premesse di un moderno Stato di diritto”.

Quindi aggiungono: “Ci preme rappresentare che in un altro settore, quello dell’editoria cooperativistica e non profit, l’abolizione del sostegno pubblico all’editoria è diventato realtà. Se le cose non cambieranno in tempi strettissimi, oltre duecento testate saranno costrette a chiudere. E questa è un’altra realtà. Che potrebbe essere accettata, o accettabile, laddove questa decisione fosse stata adottata al termine di un percorso parlamentare normale dal quale fosse emersa la volontà politica di dare un assetto diverso all’informazione in Italia. Ma non è così. Una norma che investe profili costituzionali è stata introdotta in un emendamento che è rientrato nel concitato momento dell’approvazione dell’ultima legge di bilancio. Su cui è stata posta la fiducia al Governo. In altri termini la tutela delle minoranze è stata sottratta al dibattito parlamentare e decisa dal Governo”.

E quindi la conclusione: “Oggi, meritoriamente, il sottosegretario Crimi avvia un percorso di riforma rivolto a consentire al legislatore di predisporre uno strumento idoneo ad affrontare un momento di delicatissima trasformazione del settore dell’editoria. È un’iniziativa, come detto, lodevole proprio per l’ampio respiro che le è stata attribuita dal sottosegretario, per la decisione di coinvolgere tutti gli attori della filiera, produttiva, redazionale e sociale e per l’ampiezza delle tematiche affrontate. Ma il vulnus, il vizio endogeno di questa riforma è che in presenza della norma introdotta con l’emendamento non disciplinerà un nuovo mercato, ma le macerie di un sistema che verrà, per forza, assorbito dalle dinamiche oligopolistiche tipiche dell’editoria e, generalmente, di tutti i settori in crisi. In tale prospettiva ci auspichiamo che l’Autorità possa valutare l’opportunità di rafforzare i contenuti di tutela democratica contenuti nella segnalazione relativa a Radio radicale, estendendola alla necessità di prevedere una moratoria delle disposizioni contenute al comma 810 dell’articolo 1 della legge 30 dicembre 2018, n. 145 fino all’approvazione della legge di riforma, la cui discussione è stata avviata dal Governo con l’apertura degli Stati generali dell’editoria”.

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