Il Consiglio dei ministri è convocato domani alle 9.30 a Palazzo Chigi per dare il
via libera al decreto “milleproroghe” che conterrà la soluzione del nodo sui contributi all’editoria e nuove norme sui tetti pubblicitari.
Come sappiamo, la Finanziaria ha cancellato il diritto soggettivo dei giornali di idee, di cooperative e di partito a percepire, dal 2010, i contributi diretti previsto dallo Stato. Ma il ministro Tremonti ha assicurato una parziale retromarcia. Davanti al presidente della Camera, Gianfranco Fini, e ad alcuni direttori di quotidiani, si è impegnato, infatti, a “salvaguardare le testate che hanno una tradizione storico-culturale”. Retromarcia che sarà contenuta proprio nel decreto milleproroghe.
Per quanto riguarda i tetti pubblicitari, Romani, ha annunciato un provvedimento che limiterà i tetti pubblicitari dei diversi mercati così come richiesto dalla direttiva europea. Il responsabile comunicazione del Pd, Paolo Gentiloni, ha, però, parlato di “ribaltone del nostro sistema televisivo ad uso e consumo delle reti Mediaset”.
Secondo Gentiloni, infatti, il provvedimento “produrrebbe un aumento di pubblicità per Mediaset incrementando gli affollamenti in alcune fasce orarie, autorizzando una maggiore frequenza di spot e liberando le autopromozioni dal calcolo degli affollamenti, risultato: una overdose di spot per le tv di Berlusconi che già raccolgono il 63,8% della pubblicità tv. La pubblicità verrebbe invece tagliata di un terzo per gli editori che usano Sky con una ovvia penalizzazione del maggior concorrente commerciale di Mediaset”.
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