CONCLUSA L’ASTA 4G: LO STATO INCASSA 3,95 MLD DI EURO

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Dopo 22 giornate, si è conclusa alle ore 16.45 l’asta per acquisire le frequenze in banda 800, 1800 e 2600. Telecom, Vodafone, Wind e H3g si sono aggiudicati le frequenze per un incasso totale di 3.945.295.100 euro. Queste le assegnazioni:
– Frequenza 800: si aggiudicano 2 blocchi a testa Vodafone, Telecom Italia e Wind.
– Frequenza 1.800 : si aggiudicano 1 blocco a testa Vodafone, Telecom, H3g.
– Frequenza 2.600: si aggiudica 4 blocchi H3g, 4 Wind, 3 Telecom, 3 Vodafone.
Tutti gli operatori ammessi alla gara 4G possono comunque presentare entro le ore 12.00 di lunedì 3 ottobre un’offerta per la banda 2000 rimasta non assegnata. Le relative offerte saranno aperte in seduta pubblica alle ore 14.00 dello stesso giorno presso gli uffici del Dipartimento per le comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico.

«E’ un risultato straordinario – ha affermato il Ministro Romani – che pone l’Italia in una posizione d’avanguardia rispetto all’Europa. In una situazione di mercato difficile, siamo riusciti ad attrarre una mole ingente di investimenti. L’incasso complessivo va ben oltre le aspettative: ricordo che la legge di stabilità infatti prevedeva un introito di 2,4 miliardi di euro». Ma adesso il punto sarà capire come verranno stanziati questi soldi. Con la legge di stabilità del 2011 (legge 220/2010) era stato deciso che la cifra eccedente i 2,4 miliardi sarebbe andata in toto al Ministero per lo Sviluppo Economico. Poi, con la legge 75/11 si è deciso di riservare al settore una quota non superiore al 50%. Stando alle ultime indiscrezioni, però, pare che il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, vorrebbe destinare l’intero incasso dell’asta per determinare una riduzione del rapporto deficit-Pil, così da correggere senza troppi sforzi ulteriori i conti dello Stato dopo la revisione al ribasso delle stime di crescita per l’anno in corso.
Il ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani, invece, vorrebbe destinare almeno parte della cifra alla concessione di sgravi fiscali per le imprese, in primis quelle telefoniche, che hanno più volte ribadito che la loro partecipazione all’asta è un grande contributo alle casse dello Stato. Una sorta di ‘tassa’ che le telco pagano ora per delle risorse (le frequenze) che non saranno disponibili prima del 2013. Allo studio ci sarebbero già diverse ipotesi: un credito d’imposta pari agli investimenti in banda ultralarga; una riduzione del carico Irap per le imprese di tlc, sostegni alla domanda sotto forma di contributi per gli abbonamenti alle reti ultraveloci, o anche un mix fra le varie proposte.
Intanto, le più preoccupate per il “destino” del tesoretto sembrano essere le tv locali che dovranno liberare le frequenze oggetto d’asta (canali 61-69) e che attendono l’indennizzo che dovrebbe essere pari al 10% della stima iniziale di 2,4 mld.

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