COME CAMBIANO I CONTRIBUTI ALL’EDITORIA: ASPETTANDO IL PROSSIMO CDM ARRIVA LA PROPOSTA DI LEGGE

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Per la definizione dei nuovi criteri di assegnazione dei contributi pubblici all’editoria non verrà redatto un regolamento vero e proprio ma una serie di norme primarie che verranno poi discusse in Parlamento. Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’editoria Paolo Peluffo. La presentazione dovrebbe avvenire in occasione del prossimo Consiglio dei ministri.

Lo Stato ha bisogno di risparmiare e dunque i costi del settore dovranno calare. Ciò sarà possibile grazie alle nuove tecnologie. In altre parole, le testate che non riescono a stare in piedi operando su carta potranno passare al solo digitale.
I quattro aspetti fondamentali dell’intervento sono: passare al rimborso esclusivamente delle copie vendute restituendo all’impresa un po’ di rischio d’impresa e sostenendo con denaro pubblico solo i giornali che vengono effettivamente letti; drastica riduzione di tutte le tipologie di costi che possono essere rimborsati, quindi solo occupazione regolare, stampa, distribuzione e online; consentire a tutti di continuare ad avere una parte di contributo pur passando al giornale online, cercando però di definire esattamente cosa vuol dire giornale online, il che non significa solo pubblicare il pdf ma gestione di abbonamenti, possibilità di pagamenti online, dialogo con moderazione verso gli utenti cioè tutte le componenti che danno al prodotto online una sua realtà evolutiva.
Intanto, sul tema dei contributi all’editoria, i deputati Giuseppe Giulietti, Enzo Carra, Emilia De Biasi, Fabio Granata e Massimo Vannucci si sono mossi su un fronte parallelo presentando una proposta di legge che introduce nuove norme in materia di editoria. Per i deputati si tratta di una riforma «sempre più urgente» che riapra il mercato «garantendo uno sviluppo equilibrato dei vari media » superando «l’oligopolio televisivo».
La proposta di legge prevede:
– l’equiparazione dell’aliquota Iva al 4% agli abbonamenti a periodici telematici;
– l’esenzione dagli obblighi previsti dalla legge sulla stampa (direttore responsabile, registrazione al tribunale, ecc) e sull’editoria per i periodici telematici o online editi da soggetti che fatturano per attività editoriali meno di 100 mila euro all’anno, soglia minima uguale a quella prevista dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni nel regolamento sui servizi media audiovisivi su web (delibera n. 606 del 2010);
– l’inserimento di un nuovo tetto contributi editoria legato ai dipendenti. A decorrere dai contributi attinenti all’anno 2012, fermi restando i tetti previsti dai commi 1, 2, 3 e 4 dell’art. 3 e dell’art. 4 del Dpr 25 novembre 2010, n. 223, l’importo massimo del contributo spettante alle imprese editrici di quotidiani non può superare 250.000 euro per ogni giornalista e 85.000 euro per ogni poligrafico regolarmente assunti con contratto a tempo pieno ed indeterminato in media annua, alla data del 31 dicembre 2011;
– l’interpretazione autentica affinché, ai fini del regolamento, i soci/dipendenti part-time vengano conteggiati in base all’orario di lavoro prestato, nel senso 2 part-time a 20 ore valgono un tempo pieno;
– l’equiparazione per quanto riguarda i requisiti della vendita, diffusione e calcolo dei contributi, dei giornali così detti di partito ai giornali editi da cooperative di giornalisti;
– il mantenimento del contributo, nei limiti del 70% dei costi, a chi trasforma la testata da cartacea a online;
– per le cooperative di giornalisti costituite a seguito di crisi di imprese editoriali, sono previste semplificazioni: esenzione dal requisito temporale previsto dall’art. 3, comma 2, lettera a) e b) della legge n. 250/90, come modificato dal comma 457 dell’art. 1 della legge 266/2005 e la possibilità di subentrare nel contratto di affitto della testata;
– l’eliminazione dell’obbligo di “rima turare” il requisito di anzianità di edizione di testata, imposto dal secondo periodo del comma 475 dell’art. 1 della legge 266/2005 in caso di variazione di una periodicità inferiore, permettendo così ad un quotidiano di trasformarsi in settimanale, o di un settimanale in un mensile;
– la predeterminazione dell’importo del contributo, fissando un tetto all’importo che non può superare quello erogato nel 2009;
– la proroga, a decorrere dal 2012, dei contributi relativi al rimborso di parte dell’abbonamento alle agenzie di informazione alle emittenti radiofoniche e televisive locali che trasmettono informazione, nei limiti di spesa di 10 milioni di euro l’anno.
Infine, per evitare di rincorrere ogni anno la legge di stabilità per garantire le risorse necessarie al fondo editoria, i firmatari della propongono di stabilire l’ammontare del fondo in modo pluriennale. Per quanto concerne la copertura del fabbisogno, preso atto che in legge di stabilità sono stanziati per il 2012, 138.714.000 euro, per il 2013 147.501.000 e per il 2014 156.815.000, tenendo conto che – tolte tutte le altre spese che gravano impropriamente sul fondo – restano poco più di 53 milioni a fronte di un fabbisogno di 170 milioni, si tratta di reperire risorse per 117,8 milioni. A tal fine la proposta di legge propone di:
– spostare l’onere dei ratei dovuto a Poste Italiane, pari a 50,8 milioni per gli anni 2012, 2013, e 2014 negli oneri di contratto del servizio universale;- raddoppiare il canone di concessione governativa per le tv nazionali sia analogiche che digitali;
– parificare al 21% l’Iva su gadget non editoriali e culturali allegati alle pubblicazioni editoriali.

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