Circolare n. 11 del 26/02/2010 – Conversione in legge, con modificazioni, del Decreto Legge 30 dicembre 2009, n. 194, recante proroga di termini previsti da disposizioni legislative – Disposizioni per la stampa

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Nella giornata di ieri, il Senato ha approvato, in terza lettura, la legge di conversione del decreto legge n. 194 del 2009, il cosiddetto milleproroghe. È attesa, a breve, la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

L’art. 10 sexies, rubricato “differimento dell’applicazione di disposizioni in materia di contributi all’editoria”, ha importanti effetti sul settore dell’editoria.
La novità più importante riguarda il differimento, per il solo esercizio 2009, delle disposizioni di cui al secondo comma dell’art. 2, comma 62, della legge n. 191 del 23 dicembre 2009 (erogazione del contributo nei limiti dello stanziamento) per i seguenti soggetti:
a) cooperative giornalistiche editrici di quotidiani e/o periodici;
b) società editrici di quotidiani la cui maggioranza del capitale sociale è detenuto da enti morali, cooperative e/o fondazioni;
c) imprese editrici di quotidiani ed emittenti radiotelevisive che editano quotidiani o trasmettono programmi in lingua francese, ladina, slovena e tedesca;
d) i periodici editi da cooperative, fondazioni, associazioni e/o enti morali esistenti nel 1988 e nel 1989;
e) le imprese radiofoniche organo di movimenti politici;
f) le imprese editrici di quotidiani organi di movimento politico ma privi del requisito della rappresentanza parlamentare di cui all’art. 153 della legge n. 388 del 2000;
g) le imprese editrici di quotidiani o periodici organi o giornali di forze politiche in possesso del requisito della rappresentanza parlamentare o aventi tale requisito al 31 dicembre 2005;
h) le imprese radiofoniche private che abbiano svolto attività di informazione di interesse generale.
Per tutte queste imprese, per l’esercizio 2009, il contributo sarà pagato sulla base della legge e senza limiti di stanziamento ma non potrà essere superiore a quello del 2008. Con la legge in oggetto, viene abrogato il limite dell’ammissibilità dei costi rispetto a quelli dell’esercizio precedente. Inoltre, viene prorogata, anche all’esercizio 2009, la riduzione prevista dal comma 1 dell’art. 10 del decreto legge 1° ottobre 2007, n. 159; pertanto, il contributo subirà una riduzione del due cento anche per il 2009.
Per i canali telematici satellitari viene prorogato al 2009, il diritto a percepire i contributi.
Per i giornali editi e diffusi all’estero e quelli dei consumatori, è introdotta una riduzione del 50 per cento per i contributi relativi al 2009. La norma, essendo retroattiva, appare, a dir poco, discutibile.
Inoltre, a partire dall’anno 2009 sono stati abrogati i contributi a favore delle edizioni teletrasmesse all’estero dei quotidiani (anche in questo caso si tratta di una norma retroattiva) ed i rimborsi elettrici, telefonici e per gli abbonamenti alle agenzie di stampa a favore delle imprese radiofoniche.
In relazione alle agevolazioni tariffarie postali (segnaliamo che sono in arrivo rincari di circa il 40 per cento delle tariffe attualmente pagate, a prescindere dal sistema di sostegno) è stato stanziato un ulteriore fondo di 50 mni di euro.
In relazione al salvataggio delle imprese editrici organi di partiti politici esistenti al 31 dicembre 2005, è stato chiarito che il diritto compete a prescindere dalla forma giuridica della società editrice. Segnaliamo, a titolo di cronaca, che questa è la terza volta, nel giro di pochi mesi, che il legislatore interviene per correggersi, sempre attraverso decreti legge. Giusto per indicare una misura reale della qualità della legislazione negli ultimi periodi.

Le risorse necessarie a coprire l’intero fabbisogno sono assicurate attraverso l’utilizzo di fondi proprio della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Evidenziamo la frase, a nostro avviso infausta, che il Dipartimento per l’informazione e per l’editoria dovrà, per espressa previsione legislativa, riferire, sulla situazione dei fondi al Ministro dell’economia e non, come sarebbe evidentemente corretto, alle Camere.
Riteniamo che l’ennesimo intervento con decreto legge su questa materia, nonostante l’effetto positivo nell’immediato per molti, devastante per pochi, sia una circostanza, a dir poco, molto preoccupante.

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