CINQUEMILA VOCI A RISCHIO CON L’IMPENNATA DEI COSTI POSTALI

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Tra i giornali colpiti dal decreto che ha eliminato le tariffe postali agevolate, ci sono quelli delle associazioni cattoliche e laiche. Danneggiate testate storiche e giovanissime, quelle che guardano alle classi dirigenti e quelle che parlano ai bambini, quelle che raccontano i Paesi in via di sviluppo e quelli che approfondiscano i mali di casa nostra. Le più importanti, negli ultimi anni, sono accomunate da una linea editoriale originale: dare spazio ai “temi minori”, guardare fuori dai confini nazionali, valorizzare le cose belle che ci sono nei territori, dare un valore etico ed educativo all’informazione. Ma sull’altare dei tagli rischiano di cadere anche loro.
Un’interpellanza di Luigi Bobba (Pd) di aprile metteva in risalto come la misura colpisse anche le associazioni. Aveva risposto il sottosegretario Guido Bertolaso, sottolineando come nel 2008 il costo complessivo per lo Stato, considerando anche le imprese editrici profit e i fogli politici, fosse stato di 274 milioni di euro. Nel 2010 “sarebbero state disponibili risorse non superiori a 50 milioni”, da qui la decisione di tagliare le agevolazioni. Ma il sottosegretario, in Aula, ricordava anche la possibilità che fossero stanziate “risorse aggiuntive” per ammorbidire il colpo nell’anno in corso. Sono i famosi 30 milioni di euro promessi in più riunioni tecniche: colmerebbero solo il 50 per cento del danno, ma almeno porterebbero una boccata d’ossigeno. Ma, ancora oggi, non hanno visto la luce.
Arianna Esposito

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