Le associazioni e le categorie hanno presentato ai ministri un documento nel quale sono state sintetizzate le osservazioni e le richieste del settore: ripristino a 90 milioni della dotazione del provvedimento sul Tax Credit, e sua stabilizzazione e consolidamento come misura permanente per lo sviluppo del cinema italiano.
É stato inoltre fatto notare ai ministri che una quota ridotta di tax credit rende di fatto inutile e ingestibile la misura. Le associazioni hanno messo l’accento sulla gravità del taglio alle agevolazioni fiscali del tax credit, che blocca nell’immediato il 90% dei film prodotti sul territorio, facendo perdere già da quest’anno occupazione a oltre 2500 lavoratori del settore il lavoro. In più blocca l’arrivo di produzioni estere sul territorio italiano e, nel contempo, provoca la delocalizzazione all’estero delle produzioni, vanificando l’impatto sul territorio, anche grazie all’incremento del turismo. Perciò si annulla l’effetto virtuoso dell’emersione del lavoro sommerso, praticamente azzerato nel settore grazie all’introduzione del Tax Credit.
Da ultimo, il 40% delle sale cinematografiche, in prevalenza piccole e medie strutture, non potrà digitalizzare gli impianti e rischia la chiusura.Le associazioni hanno anche chiesto il sostegno convinto dei Ministeri coinvolti affinché l’intero Governo comprenda il valore strategico ed economico del settore. E’ opinione condivisa che le risorse per il settore sono, in questo momento, al di sotto della soglia minima e che è necessaria una legge di sistema che ricrei la catena di valore del prodotto audiovisivo.
I Ministri Bray e Catricalà hanno ascoltato le ragioni delle associazioni ribadendo il loro impegno perché il Governo, e in primo luogo il premier Letta e il Ministro Saccomanni, venga incontro, per quanto possibile, alle richieste del settore.
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